ROMA – Basta veti perché la base sta con me, era stato ieri l’avvertimento di Renzi alla minoranza del Pd. Ed ecco che oggi il premier rilancia sulle tasse a cominciare dalla contestata abolizione di quelle sulla casa. In cima ai pensieri di Renzi c’è la ripresa che stenta a decollare. Il premier rilancia quindi la sua ricetta per abbassare le imposte: « Nel 2014 abbiamo dato gli 80 euro, nel 2015 l’operazione su Irap e costo del lavoro, nel 2016 via Imu e Tasi che è l’operazione che abbiamo annunciato a luglio ed ecco perché il 16 dicembre ci sarà il funerale delle tasse sulla casa, nel 2017 penseremo all’Ires e nel 2018 all’Irpef».
La linea renziana l’aveva dettata già il ministro Boschi: «Gli iscritti al Pd delle diatribe tra correnti non ne possono più. Ci sono questioni più importanti di un emendamento: l’Italia sta riacquistando credibilità, il senso di responsabilità prevarrà alla fine». La “fedelissima” del premier avvisa quindi la sinistra del partito: «Ieri a Milano abbiamo visto con chiarezza da che parte sta il popolo Pd». Avanti tutta, quindi. E pazienza se la sinistra Pd storce il naso su riforme costituzionali e fisco.
Il premier tira dritto: «Ecco perché il 16 dicembre sarà l’ultima volta in cui si paga la tassa sulla prima casa. Uno ha lavorato 30 anni e ha fatto un mutuo è giusto che sulla prima casa non paghi nulla». Poi rassicura i Comuni: «Noi abbiamo tolto Imu e Tasi e daremo ai sindaci un assegno corrispondente, non facciamo un’operazione per cui noi togliamo e i comuni aumentano». Mentre sul Sud spiega: «Stiamo ragionando su alcune proposte. C’è chi suggerisce di usare il credito di imposta, che è già stato utilizzato, per il Mezzogiorno: una forma di fiscalità agevolata per chi investe. Avrebbe un importo di un paio di miliardi, secondo le stime».
Renzi affronta anche il nodo delle pensioni. Sul tavolo del governo un possibile “ammorbidimento” dei vincoli della legge Fornero. «Dobbiamo trovare un meccanismo per cui chi vuole andare in pensione un po’ prima rinunciando a un po’ di soldi possa farlo, il problema è quanto prima e quanti soldi», spiega il premier. «Spererei di farlo nelle prossime settimane e mesi. Sono ottimista ma per lo Stato – avverte – deve essere a somma zero».