L’AQUILA – Il Gran Sasso e la sua falda acquifera è ancora al centro di allarmi della Regione e degli ambientalisti. Il vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, ha convocato per il 25 giugno all’Aquila una riunione del tavolo istituto dalla Regione a tutela dell’acqua del Gran Sasso. E’ un incontro necessario per garantire che non ci siano interferenze tra le falde acquifere della Montagna abruzzese che riforniscono i versanti aquilani e teramani e le attività di strada Parchi Spa, concessionaria delle autostrade A/24 e A/25 e dei laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso, in particolare sugli esperimenti di questi ultimi.
Lolli ha anche reso noto di aver inviato una lettera a Strada Parchi e ai Laboratori di fisica nucleare con la quale si lancia un “ultimatum affinché entro il prossimo 19 giugno vengano presentati i progetti di messa in sicurezza richiesti nell’ultima riunione del tavolo nel febbraio scorso”. In caso contrario, Lolli ha sottolineato che le due società verranno “messe in mora e per questo scatterà un piano alternativo”.
“Con il ministero dell’Ambiente, l’Istituto superiore di Sanità e l’Ispra – ha detto Lolli all’ANSA – abbiamo adottato linee per avere garanzie che non ci fossero interferenze con l’acqua da parte delle due realtà e poi abbiamo chiesto un progetto, ciascuno per la sua parte, non proprio esecutivo ma con tutti gli elaborati. Dovevano essere consegnati in tempi brevi, invece dopo circa cinque mesi e nonostante le sollecitazioni -prosegue Lolli – ci sono arrivare bozze, documenti incompleti che non rispecchiando quanto da noi richiesto, non riteniamo esaustivi. Se entro il 19 non arriveranno progetti bollinati e protocollati con tanto di cartografie, attueremo una strategia diversa che prevede la messa in mora. Ne abbiamo già parlato con l’avvocatura regionale”.
La questione della sicurezza dell’acqua è tornata d’attualità dopo la nota del comitato mobilitazione per l’acqua del Gran Sasso che ha reso pubblica una relazione a firma del professore Guercio, esperto incaricato dall’istituto di fisica nucleare, loro consegnata da un anonimo, nella quale non ci sono tutele sulla sicurezza dell’acquifero. Nella nota, il comitato si chiede “se la relazione sia stata discussa o meno nell’ambito del tavolo regionale. In ogni caso per noi è un documento che, se originale, sarebbe da respingere al mittente”.
A tale proposito, Lolli si è stato molto chiaro: “Non abbiamo documenti completi e ufficiali, non sono a conoscenza di quanto fatto recapitare al comitato mobilitazione per l’acqua, quindi se questi ultimi li reputano insufficienti, hanno ragione perché sono relazioni parziali e incomplete”. Lolli nello scorso mese di novembre aveva annunciato “una operazione complessa e costosa” per la messa in sicurezza dell’acqua del Gran Sasso: in attesa del varo di questo grande progetto ha istituito il tavolo con i soggetti pubblici e privati coinvolti e sottoscritto un protocollo d’intesa Strada dei parchi e laboratori del Gran Sasso affinché tutte le procedure che avvengono all’interno del laboratorio e della galleria autostradale quando vengono usati materiali che possono in qualche modo interferire o essere pericolosi devono avere un’autorizzazione in più dalla Regione”.