ROMA – Il Pd non regge alla prova dei ballottaggi. Poco più di tre mesi dopo la storica sconfitta alle politiche del 4 marzo, dalle città arriva una nuova debacle: cadono le roccaforti rosse di Siena, Pisa, Massa, Imola. In Emilia Romagna e Toscana i dem, nonostante le coalizioni larghe, non riescono a tenere le città governate, in alcuni casi, da oltre settant’anni. Gli elettorati di Lega e M5S al secondo turno si sommano, e così cadono città come Imola (a due passi da Bologna), dove al primo turno il centrosinistra aveva oltre 10 punti di vantaggio sul M5S.
Tra le grandi città al voto il Pd si salva solo ad Ancona, Brindisi e nel Lazio, dove riprende il Terzo municipio con Giovanni Caudo (ex assessore della giunta Marino) e conferma la guida di Fiumicino con Esterino Montino. In Toscana dilaga la Lega di Salvini, che trascina alla vittoria i suoi candidati nelle ex rosse Siena, Pisa e Massa.
A Siena il nuovo sindaco Luigi De Mossi (avvocato, non un leghista doc) la spunta per circa 400 voti dopo una nottata al fotosinish. La Lega ipoteca così una possibile vittoria alle regionali del 2020 e anche al Comune di Firenze, dove si vota il prossimo anno. Il M5S, in sofferenza nei sondaggi dopo queste prime settimane di governo, tira un sospiro di sollievo: su 7 ballottaggi porta a casa 5 sindaci, in particolare ad Avellino e Imola, città dove si erano spesi moltissimi big, a partire da Luigi Di Maio. Brucia la sconfitta a Ragusa, governata dai grillini negli ultimi 5 anni e ora passata a un sindaco di destra Giuseppe Cassì.
“Storiche vittorie della Lega in Comuni amministrati dalla sinistra da decenni. Grazie!”, esulta il leader leghista Salvini, in partenza per una missione in Libia. “Più la sinistra insulta, più i cittadini ci premiano. Prima gli italiani, io non mi fermo”. “Sono risultati straordinari in due città dove da 70 anni dominavano i partiti e gli uomini della Prima Repubblica: a Imola il PCI e poi i partiti del centrosinistra, ad Avellino la Dc”, dice Luigi Di Maio. “Le nostre liste si sono battute da sole contro delle accozzaglie di decine di liste. Davide ha di nuovo battuto Golia”.
A sinistra vacilla la stessa esistenza del Pd. “Navigazione a vista sta portando il centro sinistra all’irrilevanza proprio quando l’Italia ne avrebbe più bisogno. Ripensare tutto: linguaggio, idee, persone, organizzazione. Allargare e coinvolgere su un nuovo manifesto. Andare oltre il Pd subito, verso un fronte repubblicano”, twitta l’ex ministro Carlo Calenda. Una proposta che non convince il segretario Maurizio Martina: “Il Pd è una comunità che ora sta soffrendo. Serve un lavoro di ricostruzione umile e appassionato. Sono d’accordo sul lavoro di ripensamento complessivo di linguaggio, di idee, di forme ma non sono d’accordo sul superare il Pd”.