
ROMA – Con dieci tweet sulla pagina di Palazzo Chigi è stato illustrare il decreto per il taglio dell’Irpef e dell’Irap approvato dal Cdm. E’ questa la nuova frontiera esplorata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, appassionato del social network, dopo che lo scorso marzo aveva presentato “La svolta buona” con una serie di slides.
“Sono felicissimo, abbiamo smentito i gufi”, esordisce il premier in conferenza stampa. Poi comincia ad illustrare i dieci punti in dieci tweet. Si comincia dalle auto blu: 5 al massimo per ogni ministero, spiega Renzi. Poi promette che entro 60 giorni saranno messe online le spese degli enti locali. Il dl, fa sapere il premier, fissa un tetto massimo agli stipendi dei megadirigenti Pa a 240 mila euro. La misura è stata ribattezzata ‘Norma Adriano Olivetti’ perchè nessuno, spiega Renzi, in un’azienda deve poter guadagnare 10 volte in più rispetto all’ultimo dei dipendenti. “Un principio di buon senso e un modo per fare la pace con gli italiani”.
Il presidente del Consiglio assicura che a partire ”dal mese di maggio” avverrà l’erogazione degli 80 euro al mese per coloro che hanno una busta paga sotto i 26 mila euro annui. Vale a dire 10 milioni di cittadini in tutto. Ci sarà poi una revisione del programma sugli F35. Annuncia meno spreco di spazio negli uffici pubblici. Le municipalizzate saranno sfoltite da 8mila a mille. Confermato il taglio dell’Irap del 10% per le aziende. Pagamenti più rapidi alle imprese. Il premier infine annuncia che l’imposta sulle quote rivalutate della Banca d’Italia sale dal 12 al 26%. Il gettito andrà a copertura degli sconti Irpef.
Quanto alle coperture, precisa il presidente del Consiglio, sono 6,9 miliardi nel 2014 ma diventano 14 miliardi nel 2015. “Stiamo restituendo agli italiani qualcosa che è degli italiani e lo stiamo facendo stringendo la cinghia alle amministrazioni, spiega Renzi. C’erano due ipotesi in discussione: la prima, 10 mln per 10 mld di stanziamento; la seconda allargare anche agli incapienti. Noi abbiamo scelto di mantenere l’impostazione di marzo perché è prevalso l’obbligo di mantenere l’impegno di marzo: avevamo detto 80 e 80 devono essere”.