
ROMA – L’emergenza Coronavirus sembra non avere mai fine. Considerata la circolazione nelle diverse aree del paese “si raccomanda di intervenire per contenere e rallentare la diffusione della variante VOC 202012/0, rafforzando/innalzando le misure in tutto il paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto”. E’ quanto afferma l’Istituto superiore di sanità nello studio di prevalenza della variante VOC 202012/01 (Regno Unito) in Italia, relativo alla indagine svolta lo scorso 4-5 febbraio.
Nel contesto italiano, – spiegano i relatori dell’Iss nello studio di prevalenza della variante Voc 202012/01 (Regno Unito) – in cui la vaccinazione delle categorie di popolazione più fragile sta procedendo rapidamente ma non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata».
“La variante inglese – sottolinea l’Iss – è presente nell’88 per cento delle Regioni, occorre innalzare le misure in tutto il Paese”. “Le stime di prevalenza regionale risultano molto diversificate», con valori compresi “tra 0% e 59%”. La variante è cioè presente «con percentuali rispetto ai casi totali che vanno fino al 59% in alcune aree» del Paese. Lo precisa la relazione tecnica della ricerca che ha evidenziato come la prevalenza nazionale della variante inglese il 4-5 febbraio era pari al 17,8%. In totale, si legge, hanno partecipato all’indagine 16 Regioni e Province autonome.
Tre Regioni e Province non hanno partecipato. Una regione invierà i dati nei prossimi giorni, mentre un’altra Regione ha le analisi ancora in corso. Hanno complessivamente partecipato 82 laboratori. Su 3.984 casi con infezione da virus Sars-CoV-2 confermata con real-time Pcr (Rt Pcr), sono stati effettuati 852 sequenziamenti del gene S della proteina Spike o sequenziamenti in Ngs. Di questi, 495 infezioni sono risultate riconducibili a virus Sars-CoV-2 variante inglese.
A causa delle varianti il rischio associato a un’ulteriore diffusione del Covid nell’Ue è «attualmente valutato come alto-molto alto per la popolazione complessiva e molto alto per gli individui vulnerabili». Lo scrive l’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) nella sua analisi del rischio aggiornata. I paesi dovrebbero accelerare le campagne di vaccinazione, raccomanda l’Agenzia, poiché le varianti hanno «maggiore trasmissibilità» e potrebbero «determinare una maggiore gravità della malattia», e «i vaccini con licenza esistenti» potrebbero essere «solo parzialmente o in gran parte meno efficaci».