SULMONA – Quasi metà dei dipendenti comunali timbrava il cartellino e poi andava via abbandonando il posto di lavoro. Ci sono voluti mesi di indagini e pedinamenti con prove inconfutabili anche testimoniate dall’emissione di scontrini fiscali. Le Fiamme Gialle Peligne hanno concluso le indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica, finalizzate a verificare assenze ingiustificate dal posto di lavoro da parte di dipendenti del Comune di Sulmona.
Le indagini hanno consentito di rilevare, in un arco temporale ampio di circa 7 mesi, gravi irregolarità commesse da parte di 46 dipendenti su un totale di 102. In particolare: si allontanavano, senza alcuna giustificazione, dal posto di lavoro subito dopo aver registrato la loro presenza mediante il badge. Erano soliti assentarsi per andare a casa a mangiare, sbrigare faccende personali e trascorrere parte del tempo al bar, fare shopping o fare la spesa; alcuni si assentavano in modo prolungato e ingiustificato, più volte al giorno; altre volte, con la complicità del collega presente in ufficio ovvero con la connivenza di altro personale esterno al Comune, registravano fraudolentemente l’inizio o la fine del servizio pur essendo assenti, consentendo loro di raggiungere in netto ritardo l’ufficio e di allontanarsene in largo anticipo.
Alcuni dipendenti hanno prodotto comunicazioni (attestazioni di omessa timbratura), per iscritto e/o verbalmente, attestando falsamente la presenza in servizio, ovvero di inizio e fine servizio; hanno fruito di buoni pasto non spettanti.
Le indagini condotte anche grazie ad una minuziosa attività di video-registrazione effettuata con telecamere installate nel perimetro di alcune sedi di servizio comunali, supportate da ulteriori attività di riscontro, quale analisi dei tracciati dei cartellini magnetici, pedinamenti, appostamenti ed osservazione dei soggetti interessati, addirittura, in qualche caso, ad alcuni dei soggetti allontanatisi dal posto di lavoro ingiustificatamente veniva, mentre si dedicavano allo shopping, controllata la regolare emissione degli scontrini fiscali a seguito degli acquisti fatti.
Le risultanze investigative, così come emerse nelle varie fasi delle indagini preliminari, sono state successivamente poste in correlazione con i turni riportati nei prospetti mensili di ciascun dipendente ed acquisite all’Ente.
A queste persone sono stati contestati i reati di truffa aggravata di cui all’art. 640 C.p. e di false attestazioni o certificazioni nell’utilizzo del badge da parte di dipendenti pubblici, reato quest’ultimo previsto dall’art. 55 quinquies del D.Lgs 165/2001. In merito alla vicenda è stata interessata anche la Procura Regionale della Corte dei Conti dell’Aquila per il recupero dei compensi illecitamente percepiti.