L’AQUILA – Case e Map agli stranieri? Sono più di un migliaio le domande giunte al Comune di L’Aquila e valutate, a oggi risulta un dato che due consiglieri del gruppo “L’Aquila Futura”, Luca Rocci e Roberto Santangelo definiscono “allarmante”: più del 90% degli aventi diritto sarebbero di nazionalità straniera e molti di questi non hanno neanche la residenza in città da più di un anno.
“Prima gli Aquilani”, affermano i due esponenti di maggioranza, non è uno slogan da stadio bensì un principio che deve cominciare a essere ben chiaro in questa città che per troppo tempo ha pensato soltanto a interessi personali e di partito. I progetti CASE e i MAP sono stati a lungo abbandonati a se stessi e utilizzati come “marchetta elettorale”, riducendoli a veri e propri ghetti, senza alcuna regola. Una città che deve rilanciare le politiche sociali e soprattutto deve guardare al futuro e ai giovani non può più permettersi “giochetti” di questo tipo, concludono i due esponenti di “L’Aquila Futura”.
Anche il Partito Democratico prende posizione sull’argomento. In una nota a firma di Gamal Bouchaib e Emanuela Di Giovambattista, il Pd invita Luca Rocci e Roberto Santangelo alla prudenza, “a guardare con attenzione ai rischi che comporta estendere a tutti i settori e tutte le questioni un approccio amministrativo che più che a risolvere problemi e fare gli interessi generali mira a dare segnali all’elettorato. Un conto è urlare “Prima gli aquilani” a un comizio elettorale, o a scriverlo sui social network alla ricerca di facili like, un altro farsi carico della collettività, della convivenza, della coesione sociale. La stessa prudenza ci permettiamo di raccomandarla all’assessore Bignotti, che annuncia di volere sospendere e riscrivere il bando per l’housing sociale sulla falsariga dello stesso facile principio, “Prima gli aquilani”.
“Se L’Aquila è stata fino a oggi una città che non ha avuto problemi in questo senso, se è stata unita, se gli stranieri hanno cooperato al bene comune e se abbiamo potuto parlare e discutere di integrazione e accoglienza piuttosto che di ordine pubblico,” -affermano i due esponenti dem- “è stato grazie all’attenzione e alla cura messa in campo dalle politiche e dalle azioni amministrative del Partito democratico e del centrosinistra. Volere mettere in discussione tutto questo, per giunta mettendo le mani a una procedura già conclusa, significa esporsi, esporsi, esporsi. Alla frustrazione di chi, stranieri e non, attende la casa da un anno. A quella di chi pensa di volere costruire un futuro nella nostra città venendo da fuori i confini amministrativi. L’Aquila sta infatti vivendo un paradosso tragico: attira le risorse di investitori globali e nello stesso tempo si prepara a chiudere la disponibilità di alloggi a chi provenendo da fuori città, non dal Marocco o dalla Tunisia, ma persino da Milano o da Roma, ne vuole arricchire il tessuto culturale. L’Aquila dell’amministrazione Biondi predica a parole e realizza negli atti l’arroccamento dentro i propri confini. Ieri si preparava a essere città delle opportunità, oggi parla la lingua della diffidenza e del rancore. “Prima gli aquilani” finora era uno slogan che destava inquietudine e preoccupazione. Da oggi, temiamo, comincerà a fare danni seri”.