ROMA – Come nelle previsioni, ad oggi nessuno dispone da solo della maggioranza necessaria a far nascere e sostenere un governo. Questo è il risultato delle urne e questo è il quadro certificato dalle consultazioni, dopo settimane di interviste e dichiarazioni. Sergio Mattarella certifica lo stallo e chiude il primo giro di consultazioni al Quirinale ufficializzando il secondo la prossima settimana. Nel frattempo, si apre il tempo della riflessione per il Presidente della Repubblica e per le forze politiche consultate. Perché per dare al Paese un nuovo governo occorrono intese che non sono, ancora, emerse.
Il leader M5s Di Maio al Quirinale nel secondo giorno di consultazioni del capo dello Stato per la formazione del nuovo governo ha detto che “serve un contratto per il cambiamento”. Prima di lui, il Pd aveva ribadito un ruolo d’opposizione, mentre per Fi Berlusconi aveva chiesto un “governo per le urgenze” a guida Salvini, dicendo no a “pauperismi e giustizialismi, populismi e odio”. Il leader leghista invece aveva posto le sue condizioni: no ad un governo a tempo, esecutivo “che duri 5 anni” e “che parta dal centrodestra coinvolgendo il M5s”. E augurandosi dunque che si smetta di dire no e inizino dei sì.
Dalle elezioni del 4 marzo “non è emersa nessuna maggioranza politica” e “nessuno schieramento non ha voti necessari per formare un governo è indispensabile secondo le regole della nostra democrazie che ci sia una coalizione che possa avere una maggioranza e sostenere un governo. Nel corso della prossima settimana avvierò nuove consultazioni per verificare se è maturata la possibilità di accordi tra le forze politiche per la formazione di una maggioranza parlamentare”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al termine delle Consultazioni per la formazione del nuovo governo.
«Non abbiamo posto veti a nessuno, abbiamo discusso di temi, ci siamo fatti un’idea di quali potessero essere gli interlocutori per un governo del cambiamento. Dal voto è chiaro che sono emersi tre messaggi: al governo deve andarci chi è legittimato dal popolo; sono stati bocciati i governissimi, i governi tecnici, i governi di scopo; governare per cambiare e non per continuare a sopravvivere; mettere al centro soluzioni e non giochi di Palazzo». Lo afferma il leader del M5S Luigi Di Maio al termine delle consultazioni al Colle.
Terminato l’incontro con Mattarella, Salvini si è fermato per ribadire che «Il centrodestra è la prima forza del parlamento. Ma andiamo a governo solo con numeri certi. Non diciamo no ad alcuno a priori ma vogliamo che il governo duri cinque anni e per raggiungere questo obbiettivo bisogna smussare degli angoli. Tutti dovrebbero rinunciare a qualcosa per trovare una soluzione e far nascere il governo. Se così non fosse, si tornerà alle elezioni. Faremo di tutto per evitarlo, ma nel caso siamo pronti»