
ROMA – La legge di Bilancio trasmessa ieri sera al Parlamento, dopo quasi due settimane di sofferta gestazione, è lievitata in maniera considerevole e nella sua versione finale è composta da ben 120 articoli. Tante le conferme rispetto alle anticipazioni dei giorni scorsi e diverse anche le novità, in particolare sul fronte delle tasse. Una delle più significative riguarda la cedolare secca del 10% sugli affitti a canone concordato. Doveva infatti essere stabilizzata, ovvero resa definitiva, mentre in realtà è stata solamente prorogata di due anni sino a tutto il 2019. Stessa sorte per le clausole di salvaguardia la cui sterilizzazione l’anno prossimo assorbirà ben 15,7 dei 20 miliardi della manovra nel suo complesso. In dettaglio l’aliquota Iva al 10% salirà di 1,5 punti dal gennaio 2019 e poi di ulteriori 1,5 punti dal 2020. L’aliquota Iva del 22% aumenta di 2,2 punti dal 2019 e poi di altri 0,7 punti dal 2020 e di un ulteriore 0,1 punti da 2021. Anche le accise ripartono dal 2019. In pratica l’anno prossimo i problema si porrà di nuovo. E ancora: sempre e solo per il 2018 viene bloccata la facoltà per gli enti locali di aumentare i tributi di loro competenza.
Bonus
In tutto sono 21 i bonus confermati (come l’ecobonus) o introdotti ex novo. Come la detrazione del 19% sino ad un massimo di 250 euro per gli abbonamenti ad autobus e treni o quello del 36% per la ristrutturazione dei giardini privati.
Giovani
Arriva il bonus permanente per l’assunzione di giovani under 30 che, per il solo 2018, vale anche per i contratti stabili a chi non ha ancora compiuto 35 anni. La manovra conferma infatti lo sgravio del 50% dei contributi con tetto a 3mila euro per 3 anni, che scendono a 1 solo anno in caso di trasformazione a tempo indeterminato di un contratto di apprendistato. Il bonus è “portabile” senza limiti di età e sale al 100% per l’assunzione dall’alternanza scuola lavoro.
Tassa licenziamenti
Aumenta l’importo della “tassa sui licenziamenti” collettivi che le imprese industriali e commerciali con più di 50 dipendenti versano per la Cig. Per ogni persona interessata a un licenziamento collettivo il datore di lavoro dovrà versare un’aliquota pari all’82% del massimale della Naspi mensile, a fronte del 41% attuale, fino a un massimo di tre anni di anzianità. In pratica se adesso per ogni persona licenziata si pagava al massimo 1.470 euro adesso la tassa può arrivare a sfiorare i 2.940 euro.
Poveri
Si rafforzano le misure per la lotta alla povertà con un assegno più alto del 10% nei casi di famiglie numerose (fino a 530-540 euro) e un ampliamento della platea che può avere accesso al reddito di inclusione (Rei) focalizzato in via prioritaria sui nuclei nei quali è presente un disoccupato over 55. Per questa ragione viene rafforzata la dote del Fondo per la lotta alla povertà con 300 milioni in più nel 2018, 700 nel 2019, 665 nel 2020 e 637 milioni a decorrere dal 2021.
Bonus 80 euro
Si alzano le soglie di reddito per ottenere il bonus Irpef da 80 euro. Il tetto di 24.000 euro sale a 24.600 e quello di 26.000 sale a 26.600: in questo modo sono salvi gli 80 euro già percepiti dai dipendenti pubblici che con il rinnovo del contratto attualmente in discussione supererebbero la soglia ad oggi vigente per ricevere il bonus.
Famiglie
Viene istituito un fondo per interventi a favore delle famiglie con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro.
Iva precompilata
Dichiarazione Iva precompilata per chi sceglie la e-fattura e appartiene al “popolo delle partite Iva”, cioè per negozianti, artigiani e professionisti che hanno una contabilità semplificata e scelgono, in via opzionale, di comunicare acquisti e compensi con le fatture elettroniche. Più in dettaglio si prevede che l’Agenzia delle Entrate metta a disposizione le informazioni per i prospetti periodici, una bozza di dichiarazione annuale Iva e dei redditi e le bozze dei modelli F24 per il pagamento delle imposte. Sempre sul fronte del contrasto all’evasione previsto un giro di vite sugli utili societari in fuga verso l’estero e per chi consente di tracciare i pagamenti sopra i 500 euro uno “sconto” di due anni sui controlli: il Fisco potrà infatti effettuare verifiche entro 3 anni dalla presentazione della dichiarazione dei redditi contro i 5 di oggi.
Investimenti
Arrivano quasi 38 miliardi in più (37,88) per il fondo investimenti creato lo scorso anno e già finanziato per 47 miliardi fino al 2032. Inoltre il fondo, dedicato in particolare alle infrastrutture, coprirà un anno in
più arrivando a fino a tutto il 2033.