ROMA – È sui migranti il primo botta e risposta tra Bruxelles e la stanza in cui sono in corso le trattative per formare un governo, su sponda leghista. Ma un doppio avvertimento Ue arriva anche sul fronte dei conti pubblici. Con i due vicepresidenti della Commissione, Valdis Dombrovskis e Jyrki Katainen, che invitano l’Italia a ridurre il debito pubblico e quindi a rispettare i vincoli Ue. «Senza eccezioni».
Lo scontro sull’immigrazione ha visto come protagonisti il commissario greco Dimitris Avramopoulos e Matteo Salvini. Il primo – ribadendo la necessità di chiudere l’accordo sulla riforma di Dublino entro giugno – ha invitato il nuovo governo a «non cambiare la linea politica sull’immigrazione» e lo ha detto riferendosi ai salvataggi in mare che in questi anni sono continuati nel canale di Sicilia e che – come ha più volte ripetuto Jean-Claude Juncker – hanno «salvato l’onore dell’Europa».
Un avvertimento a chi invece punta a blindare i confini. Parole che hanno subito fatto fischiare le orecchie a Matteo Salvini, che non ha perso tempo per replicare alla «ennesima e inaccettabile interferenza di non eletti». Il leader leghista, riferendosi alla richiesta di Avramopoulos, ha aggiunto: «Noi abbiamo accolto e mantenuto anche troppo. Ora è il momento della legalità, della sicurezza e dei respingimenti».
Un doppio affondo, però, è arrivato sul fronte dei conti pubblici da due pesi massimi della Commissione europea. Prima il vicepresidente Valdis Dombrovskis ha messo in guardia dai rischi a cui l’Italia potrebbe andare incontro se non osservasse politiche di bilancio prudenti: «L’approccio alla stabilità finanziaria del nuovo governo – ha detto il commissario con delega all’Euro in mattinata – deve essere quello di rimanere nel corso attuale, riducendo gradualmente il deficit e il debito». Che, ha ricordato, «è il secondo della zona euro».
Qualche ora più tardi è intervenuto il suo collega Jyrki Katainen, che con Dombrovskis condivide la fama di «falco«. E le sue parole sono state ancora più nette: «Le regole del Patto di Stabilità di applicano a tutti gli Stati e non ho segnali che la Commissione concederà delle eccezioni». Tradotto: i vincoli economici vanno rispettati. E se qualcuno pensasse di poterli cambiare, come chiedono le due forze che stanno provando a dar vita a una nuova maggioranza in Italia, Katainen avverte: «Le decisioni sul Patto le prende il Consiglio e non vedo segnali che gli Stati vogliano cambiare le regole o fare eccezioni per qualcuno».