ROMA -Beppe Grillo detta la linea. Lo fa prima di Rousseau e prima ancora dell’Assemblea dei parlamentari Cinquestelle che dovrebbero decidere cosa fare dopo la batosta elettorale e soprattutto cosa fare della guida politica Luigi Di Maio. Il defilato fondatore torna a farsi sentire e dal suo blog blinda l’uomo che ha scelto per rappresentare il suo movimento: «Luigi non ha commesso un reato, non è esposto in uno scandalo di nessun genere. È già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima» tuona dalla rete. Spiegando poco dopo che il voto delle Europee non sarebbe altro che «il colpo di coda di quella parte marcia del Paese che crede di nascere assolta per diritto ereditario».
È il via libera, la benedizione del fondatore. È sempre Beppe che detta la linea. Sembra già vecchia la polemica sull’affidabilità democratica di una piattaforma come Rousseau – su cui anche il Garante della Privacy ha espresso critiche relative alla sua manipolabilità e vulnerabilità – dopo un endorsement del genere. E infatti, poco dopo, sulle agenzie è una grandinata di dichiarazioni di esponenti grillini. Tutti in favore di Luigi Di Maio. Il leader ammaccato che voleva il bagno salvifico della rete, potrebbe forse non averne neppure bisogno avendo già incassato il sì dei maggiorenti.