
L’AQUILA – Il Cresa conferma il perdurare di una situazione di grave criticità sui settori manifatturiero (secondo trimestre 2013) ed edile (primo semestre 2013). Produzione, fatturato e ordini nel manifatturiero diminuiscono piu’ che nel primo trimestre e anche l’andamento sui mercati internazionali, che sembrava essere un punto di forza dell’economia abruzzese, mostra segni di cedimento. Lo hanno detto oggi nel corso di una conferenza stampa, il Presidente ed il Direttore del Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali, Lorenzo Santilli e Francesco Prosperococco.
Dal settore delle costruzioni emerge uno stato di sofferenza profonda che riguarda le piccole e medie imprese reso evidente dal gran numero di cessazioni. “Nonostante la tenacia e lo spirito di iniziativa che le imprese continuano a mostrare, come e’ peraltro testimoniato nel caso del manifatturiero dalle variazioni congiunturali positive di alcuni indicatori – sottolinea il Presidente del CRESA Lorenzo Santilli – il sistema imprenditoriale regionale necessita per ripartire di sollecite ed efficaci misure pubbliche su grandi temi quali fisco, credito, lavoro, ammortizzatori sociali”. “I segnali contrastanti che pervengono dai diversi settori pongono seri interrogativi per l’andamento dell’economia regionale nei prossimi mesi e nei prossimi anni – evidenzia il Direttore Francesco Prosperococco – e richiamano fortemente l’attenzione su cio’ che i governi nazionale e regionale riusciranno a fare”.
“Decisive saranno le scelte – specifica Prosperococco – che a livello regionale si compiranno relativamente ai fondi nazionali ed europei. E’ fondamentale – precisa il Direttore – come, alla vigilia della Programmazione 2014-2020 sia necessario ragionare in termini antirecessivi, evitando progettazioni e programmazioni “a pioggia” che hanno spesso prodotto vortici di consulenze, studi e quintali di carta quasi sempre inutili, dando priorita’ a pochi obiettivi strategici in grado di fornire ossigeno e produrre benefici tangibili per il sistema delle imprese e, quindi, per l’intera economia regionale”. L’indagine del Cresa riguardante il secondo trimestre 2013 e’ stata condotta su 417 imprese manifatturiere con almeno 10 addetti operanti nella regione. I risultati della rilevazione evidenziano un lieve recupero avvenuto nell’ultimo trimestre, comunque non ancora sufficiente a cambiare il trend negativo finora manifestatosi. Infatti, l’andamento congiunturale mostra risultati leggermente positivi per produzione (+0,6%), fatturato (+0,8%) e ordini interni (+0,5%) e risultati negativi, ma meno pesanti di quelli tendenziali, per fatturato estero (-1,3%), ordini esteri (-2,0%) e occupazione (-0,1%). Nonostante cio’, per il sesto trimestre consecutivo gli andamenti tendenziali dei principali indicatori rimangono di segno negativo: produzione (-3,6%), fatturato (-3,4%) e ordini interni (-3,5%).
Sull’argomento prende posizione il Pd abruzzese: “L’Abruzzo di Chiodi e’ quello descritto dai dati del CRESA, sia quelli congiunturali, che quelli tendenziali dimostrano che nella nostra Regione non solo la crisi non volge a termine ma invade il futuro: in cinque anni siamo tornati indietro di quindici”. Lo afferma il capogruppo del partito in Regione Camillo D’Alessandro. “Questa situazione non e’ comune in Italia – spiega D’Alessandro – Chiodi non puo’ neanche piu’ cavarsela con il suo solito “mal comune mezzo gaudio”. Assistiamo a performance positive, migliori dell’Abruzzo, in molte regioni italiane, mentre l’Abruzzo sprofonda dentro gli indicatori del sud: in quasi cinque anni siamo tornati dietro su economia ed occupazione di quindici anni. Esiste un di piu’ di crisi in Abruzzo perche’ esiste un di meno di visione ed iniziativa. Le imprese sono state lasciate a se stesse durante lo tsunami della crisi. Se non ci fosse stata la Sevel e per gran parte l’Honda, cioe’ al netto delle loro prestazioni su fatturato, esportazioni ed occupazione, l’Abruzzo si troverebbe peggio della Calabria”.