ROMA – Da Bruxelles e da Berlino arrivano nuove repliche alle minacce del governo di tagliare i versamenti al bilancio Ue. «L’Italia deve pagare» ripetono, quasi in coro, il portavoce di Angela Merkel e il commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinger. Perché, come ricorda Steffen Seibert, collaboratore della Cancelliera, il finanziamento del bilancio «è stato ratificato nei Trattati europei e vale per tutti».
Stesso concetto espresso dall’uomo che a Bruxelles ha proprio la delega ai conti dell’Unione. E che mette i puntini sulle «i» per replicare alle parole di Luigi Di Maio. Il tedesco ricorda che i 20 miliardi citati «sono una farsa, perché in realtà l’Italia paga 14,15, 16 miliardi l’anno. E, prendendo in considerazione ciò che riceve dal bilancio Ue, il contributo netto è di tre miliardi di euro».
Quei soldi, ha ricordato in un’intervista a Politico Europe, servono «per finanziare i programmi di coesione, ricerche e infrastrutture». Oettinger ha ricordato che «quando ordini, devi pagare. E gli Stati hanno ordinato, visto che sono loro i beneficiari delle politiche di bilancio europee». La tensione sull’asse Roma-Bruxelles è di giorno in giorno più alta, ma il commissario assicura che l’esecutivo Ue vuole evitare di reagire alle minacce quotidiane, «altrimenti avremmo troppo lavoro».
Il tedesco è anche entrato nel merito della lite sui migranti, ricordando che «le convenzioni sui rifugiati vanno rispettate» e che «in mare c’è l’obbligo di soccorso. Questo si applica a tutti, specialmente a un Paese ricco di cultura come l’Italia». Una portavoce della Commissione ha poi replicato alle dichiarazioni rilasciate da Di Maio nell’intervista a La Stampa, nella quale ha accusato Bruxelles di non essere riuscita a gestire il coordinamento tra gli Stati per la redistribuzione dei migranti che erano a bordo della nave Diciotti.