MONTESILVANO – Lo Sprar si farà. Ora c’è anche il via libera del Ministero ha dato parere favorevole al progetto presentato dal Comune di Montesilvano per la realizzazione del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Tra i circa 100 progetti presentati in tutta Italia, Montesilvano si piazza al quarto posto nella graduatoria nazionale, ma è prima per entità del finanziamento: 2 milioni e mezzo di euro.
La notizia arriva dopo giorni particolarmente critici, con gli sgomberi di via Ariosto, le manifestazioni dei senegalesi sfrattati e le proteste dei residenti nella zona dell’ex ArtigianLuce, a Santa Filomena, che accoglierà una struttura per i rifugiati e, in virtù di un altro progetto, un emporio e una mensa dei poveri.
Il sindaco Maragno, ha fornito alcuni dettagli dell’intervento che mette insieme Comune, Azienda Speciale e diverse associazioni del territorio. I lavori per adeguare le strutture fin qui individuate inizieranno tra circa un mese: “I Comuni che hanno partecipato – ha detto il sindaco Maragno – hanno saputo cogliere l’opportunità e i vantaggi offerti dall’assicurare accoglienza ai rifugiati: numeri certi senza arrivi straordinari e accoglienza di qualità, volta a dare sicurezza alla cittadinanza e integrazione ai profughi che hanno volontà reale di inserirsi nella comunità ospitante. E’ la fine del business sulla pelle dei rifugiati, prima infatti si veniva retribuiti sulla base dei numeri e non su quella dei servizi erogati. Senza contare che i Comuni in cui sorgeranno gli Sprar potranno recuperare integralmente le spese rendicontate”.
Poi un accenno alle proteste: “Sono stupide e inutili, creano allarmismo per perseguire finalità personali e patrimoniali. Ribadisco che la decisione sull’accoglienza è un obbligo che non dipende dai Comuni, i quali possono solo lavorare al meglio per darla in modo sicuro e dignitoso. I bambini che accoglieremo avranno l’obbligo di frequentare le nostre scuole, per favorire l’integrazione, mentre gli uomini dovranno svolgere lavori socialmente utili per il Comune. Le strutture non saranno dei ghetti, l’accoglienza sarà frazionata in piccoli gruppi, al massimo una quarantina di persone per sito, per questo abbiamo deciso di aumentare le strutture disponibili, visto che il bando è ancora aperto”.