PESCARA – Sarà stato anche lo stadio vuoto, ma per il Benevento la partita di ieri ha avuto l’idea di un allenamento. Tantissime assenze tra i biancazzurri che però non lottano, fanno fatica a creare e nel contempo non sanno difendere.
È l’aspetto più preoccupante. Al di là della forza dell’avversario, Pescara è sembrato disorganizzato.
Adesso diventano cinque le sconfitte nelle ultime 6 gare. In questo lasso di tempo, appena 4 gol realizzati e ben 15 subiti di cui quattro a Crotone e altrettanti a Benevento dove sarebbero potuti essere anche di più.
In fase di non possesso, a fare la differenza è sempre la distanza tra i reparti. Pescara arrendevole alla prima difficoltà ma anche disorganizzato. Squadra lunga, larga, mai compatta. A prescindere dalle assenze e da un mercato di gennaio completamente sbagliato, senza logica di cui, però, non ha più neanche senso parlare. Il danno fatto è stato sin troppo evidente. Il tecnico biancazzurro chiede alla squadra un gioco verticale. Con Bruno nel cuore del reparto nevralgico la missione diventa complicata se non impossibile.
Certo, era assente per squalifica Palmiero che, però, era presente a La Spezia dove l’ex Cosenza è stato impiegato da mezz’ala con Bruno, invece, schierato regista. Poi un appunto su Masciangelo, un mancino, utilizzato come quinto di destra, salvo poi essere spostato sulla fascia sinistra nella difesa 4, e nel finale di nuovo a destra, dopo l’uscita di Marafini rimpiazzato dal debuttante Diambo. L’attacco ha molto meno di quasi tutte le altre di B, ma quantomeno la quantità di reti segnata nel complesso è discreta. Sempre aspettando Bojinov.
Ora la situazione si fa davvero complicata con i play out che si avvicinano. Occorre subito una sterzata prima che sia troppo tardi.