PESCARA – Tocca ad Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola, ed Enrico Colangeli, responsabile dell’ufficio tecnico comunale, a dire la loro versione dei fatti sulla tragedia di Rigopiano. I legali di entrambi gli indagati, però, hanno presentato istanza di differimento degli interrogatori. Il rinvio consentirà agli avvocati Cristiana Valentini, Massimo Manieri e Goffredo Tatozzi di avere a disposizione il tempo necessario per approfondire l’imponente mole documentale.
Alle 12.30 sarà invece interrogato l’ex sindaco di Farindola, Massimiliano Giancaterino, mentre alle 17 sarà la volta del tecnico geologo Luciano Sbaraglia. Lacchetta, Colangeli, Giancaterino e Sbaraglia sono indagati per omicidio colposo, lesioni plurime colpose e crollo colposo, insieme all’ex sindaco Antonio De Vico che sarà interrogato il 19 dicembre, in relazione all’attività omissiva, legata alla mancata adozione del nuovo piano regolatore generale del Comune di Farindola. Secondo l’accusa, se il piano fosse stato approvato, avrebbe impedito l’edificazione del nuovo hotel e quindi il verificarsi del disastro.
A Lacchetta e Colangeli, già ascoltati nelle prime fasi dell’inchiesta, viene inoltre contestato il fatto che il 15 gennaio scorso, sulla base delle previsioni meteo, il Comune dispose la chiusura delle scuole, ma i due non si attivarono per sgomberare l’albergo e anzi fu consentito che, nonostante l’allarme, altre persone salissero a Rigopiano.
Colangeli, infine, è indagato anche per abuso e falso ideologico, insieme a Marco Paolo Del Rosso, l’imprenditore che chiese l’autorizzazione a costruire il resort, e Antonio Sorgi, direttore della Direzione parchi territorio ambiente della Regione Abruzzo, in riferimento al permesso rilasciato nel 2006 per la ristrutturazione del complesso alberghiero.