FARINDOLA – Estratti altri otto corpi, mentre i dispersi dopo la valanga sull’hotel sono ancora 15. La procura indaga per disastro colposo e omicidio plurimo. Intanto emergono i dettagli della conversazione tra la funzionaria della prefettura e l’uomo che per primo ha dato l’allarme della slavina.
Sono quindi 14 le vittime accertate della slavina sull’hotel Rigopiano. Gli ultimi due corpi senza vita estratti da ciò che resta dell’albergo appartengono a due donne. Intanto la procura di Pescara indaga sui soccorsi e sugli eventuali ritardi. Nella giornata di lunedì Cristina Tedeschini, procuratore aggiunto di Pescara, ha spiegato che le ipotesi di reato per cui si procede sono disastro colposo e omicidio plurimo colposo.
Il quotidiano la Repubblica riporta intanto il testo della telefonata tra la funzionaria della prefettura e Quintino Marcella, l’uomo che per primo ha dato l’allarme della valanga sull’albergo. Dalla conversazione emergono gli equivoci e i malintesi che forse hanno impedito alla macchina dei soccorsi di mettersi in moto subito.
Quando l’uomo spiega di aver ricevuto un messaggio su Whatsapp da Giampiero Pareti – che lo avvisava della slavina e della moglie e dei figli ancora sotto le macerie – la funzionaria risponde così: “Questa storia gira da stamattina. I vigili del fuoco hanno fatto le verifiche a Rigopiano, è crollata la stalla di Martinelli”. E quindi, secondo le informazioni in possesso della funzionaria, non l’hotel.
Ma a confermare questa lettura dei fatti è anche la telefonata fatta poco prima al direttore del Rigopiano. “Di Tommaso però è a Pescara, non a Farindola – scrive Repubblica – Non sa della valanga, non lo può sapere. E quando lo contattano per verificare, risponde basandosi sulle uniche informazioni di cui dispone in quel momento: l’hotel è a posto, non gli risulta che sia successo niente. Per questo la funzionaria, di fronte alle insistenze di Marcella, sbotta”.