L’AQUILA – Si torna a parlare di Caro-pedaggi sulle due autostrade abruzzesi. Stavolta tutti a Roma, sotto le finestre del ministero delle Infrastrutture, per far sentire la propria voce e continuare a tenere alta l’attenzione sui rincari del 13% delle tariffe scattati all’inizio dell’anno e contro i quali i sindaci dei territori attraversati non intendono mollare di un passo.
Sono sul fronte sin da subito, con proteste, richieste di accesso agli atti per verificare la concessione autostradale originaria alla Società Strada dei parchi, ricorso ad avvocati per chiedere addirittura la revoca della concessione. Fra sei mesi potrebbe scattare un nuovo aumento che va assolutamente scongiurato, gridano i sindaci: sarebbe il colpo di grazia per l’entroterra aquilano e laziale già tanto impoveriti. Sono circa 100 i sindaci di Abruzzo e Lazio pronti a marciare su Roma entro i prossimi dieci-quindici giorni .
E non si è fatta attendere la replica di Strada dei Parchi che ribadisce che non decide, né potrebbe farlo, gli aumenti tariffari: essi sono frutto di scelte del Governo come previsto dal contratto di Concessione pubblicato sul sito del Ministero delle Infrastrutture, in un documento consultabile da ogni cittadino. È quindi la legge che stabilisce i criteri per la determinazione delle tariffe.
“In fondo – sottolinea strada dei parchi – pedaggi più bassi sarebbero nell’ interesse di Strada dei Parchi in quanto potrebbero favorire un aumento del traffico autostradale. Va ricordato, inoltre, che quasi il 57% dell’importo del pedaggio finisce alla parte pubblica e che Strada dei Parchi su ogni euro incassa effettivamente solo 43 centesimi, con cui deve garantire il servizio, i dipendenti, la manutenzione, la sicurezza, la remunerazione degli investimenti e tutto quanto è necessario all’autostrada. L’autostrada percorre un territorio montuoso, complesso (153 viadotti e 54 gallerie) e soggetto a scosse sismiche. Tra il 2009 al 2016 Strada dei Parchi ha dato corso al 104,69% degli investimenti previsti in convenzione con importanti immissioni di capitale da parte degli azionisti (ad oggi circa 170 milioni di euro) e non certo finanziati con l’aumento dei pedaggi. In ragione delle 54.000 scosse sismiche registrate nel solo 2017, Strada dei Parchi ha ottenuto, con molta fatica dal concedente-Stato (è stata necessaria una sentenza del Giudice amministrativo) le necessarie autorizzazioni e coperture finanziarie (178 milioni di euro) per l’avvio dei lavori urgenti di messa in sicurezza. Essa è pronta ad effettuare anche gli altri lavori urgenti previsti ma, causa intoppi burocratici, vengono ancora bloccati altri 192 milioni di euro, già stanziati dal Parlamento”.
E ancora: “Le autostrade A24-A25 sono la linea di collegamento tra Est ed Ovest, ma attraversano un territorio montuoso e poco abitato. Come dimostra l’assenza di offerte nelle gare per la gestione delle nuove aree di servizio, non si tratta di un’autostrada redditizia. Inoltre, la crisi economica del 2008 ha provocato una riduzione del traffico veicolare che ha reso la gestione ancor più antieconomica. Nonostante questo, la concessionaria si impegna a rispettare i propri impegni, nella speranza di non dover essere lasciata sola e non dove rinunciare ai lavori per la messa in sicurezza e di manutenzione. Strada dei Parchi ribadisce ancora una volta la propria massima disponibilità a confrontarsi con tutti i rappresentanti del territorio, come già accaduto in passato, perché comuni rimangono gli obbiettivi di garantire ai cittadini massima sicurezza e fruibilità di A 24 e A 25. Deve però essere chiaro a tutti che in assenza della approvazione del nuovo Piano Economico Finanziario da parte del Governo, come previsto dalla legge, tali obiettivi non siano pienamente perseguibili”.