
ROMA – Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli ferito a Roma prima della finale di Coppa Italia, è morto nelle prime ore di questa mattina nel reparto di Rianimazione del Gemelli, dove era ricoverato. Le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate ieri, dopo svariati interventi chirurgici che avevano fatto sperare in un miglioramento. Cosciente quasi fino all’ultimo, era poi entrato in coma irreversibile. Esposito è morto “per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”, ha precisato Massimo Antonelli, direttore del Centro rianimazione del Gemelli, che ha anche espresso, nome di tutto il reparto “profondo cordoglio e vicinanza ai genitori di Ciro in questo momento di dolore per la perdita del proprio figlio”.
“Mi ha sparato lui”. Questo avrebbe detto Ciro Esposito ad alcuni suoi familiari che gli mostravano foto di Daniele De Santis apparse sui giornali. I parenti saranno sentiti dalla Digos di Roma. Ciro avrebbe affidato la sua testimonianza ai familiari in uno dei momenti di lucidità durante la lunga degenza.
“Ora può accadere di tutto”. A parlare è Sasà Capobiondo, appartenente ai gruppi del tifo organizzato del Napoli, che si trova all’autolavaggio a Scampia gestito dalla famiglia di Ciro Esposito. “Rispetto l’appello dei familiari – dice – ma non so come reagirò quando vedrò un tifoso della Roma che si comporta come ha fatto De Santis”. Parla di odio e spiega però che questi sentimenti “non sono per i tifosi romanisti in generale, ma per chi si macchia di simili gesti”.
Con la morte di Ciro Esposito cambia, aggravandosi, la posizione di Daniele de Santis, l’uomo detenuto a Regina Coeli in quanto ritenuto colui che sparò al gruppo di supporters napoletani. Non più tentato omicidio, ma omicidio volontario: questa la nuova ipotesi di reato contestata all’ex ultrà romanista.
I parenti e gli amici di Ciro Esposito si sono riuniti al Gemelli dopo la notizia della morte del giovane. C’erano la madre, Antonella Leardi, il padre Giovanni, la fidanzata Simona e un’altra ventina di persone. Il dolore e la stanchezza dei genitori di Esposito sono evidenti: la famiglia ha annunciato l’intenzione di non rilasciare dichiarazioni oggi, a parte quelle dello zio di Ciro, e ha affidato il proprio pensiero ad un comunicato stampa La famiglia attende di poter disporre del suo corpo per riportarlo a Napoli.
”Alle 6 di questa mattina dopo un calvario durato 50 giorni si è’ spento il nostro Ciro, un eroe civile. Quel maledetto 3 maggio il nostro Ciro é intervenuto in via Tor di Quinto a Roma per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli calcio. Il nostro Ciro ha sentito le urla di paura dei bambini che insieme alle loro famiglie volevano vedere una partita di calcio; é morto per salvare gli altri.Chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte”. Comincia così l’appello della Famiglia Esposito per chiedere giustizia per Ciro morto dopo 50 giorni di agonia.
L’autopsia verrà eseguita domani mattina e il funerale si svolgerà non prima di venerdì prossimo. L’esame autoptico è affidato al medico legale Costantino Cialella e successivamente il pm Eugenio Albamonte firmerà il nulla osta per la riconsegna della salma ai familiari. L’autopsia, oltre ad accertare le cause della morte, servirà per ricostruire la dinamica del ferimento del tifoso.