ROMA – Il ddl Scuola è approdato alla Camera. Il voto finale sul provvedimento è previsto per mercoledì 20 maggio alle 13. In queste ore i sindacati hanno scritto ai parlamentari, chiedendo loro di scendere in piazza contro la riforma. L’appuntamento è per domani pomeriggio alle 16,30 in piazza del Pantheon «Gentili deputati e senatori – si legge nella mail – le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams di Roma e del Lazio hanno promosso un’assemblea pubblica dal titolo “il mondo della scuola incontra i parlamentari di Camera e Senato” che si terrà il giorno 15 maggio con inizio alle ore 16.30 In piazza del Pantheon. Le nostre organizzazioni sarebbero liete di ricevere un contributo alla discussione da parte dei rappresentanti del vostro gruppo parlamentare».
La scuola «non è periferia per il governo Renzi ma è centro della società», ha detto durante il suo intervento in Aula il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. «Forse questo – ha aggiunto – ha scatenato il dibattito perché non si era abituati a ciò, se ne parlava tra addetti ai lavori. Ora, invece, è tema centrale della nostra riflessione». Per il ministro è arrivato il momento di tornare alla normalità: «Il nostro obiettivo è ricostruire la normalità che decenni di scelte mancate hanno fatto scomparire e cioè che chi lavora nella scuola sia scelto in base al fabbisogno e selezionato attraverso un concorso pubblico». E fa un parallelismo con il Jobs Act «con il quale, allo stesso modo – ha spiegato – si è deciso che la normalità del mondo del lavoro doveva tornare a essere il contratto a tempo indeterminato».
Intanto Roberto Alesse, presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, ha comunicato che in caso di blocco degli scrutini scatterebbe obbligatoriamente la precettazione. Alesse definisce il blocco degli scrutini «illegittimo e dannoso».
«Allo stato – spiega – non c’è alcuna comunicazione ufficiale di uno sciopero finalizzato a bloccare gli scrutini, ma, anzi, assisto ad incoraggianti segnali di disponibilità e di dialogo sia da parte del Governo, che da parte dei Sindacati più responsabili».
«Questo è il tempo della responsabilità. È necessario trovare un punto di convergenza per evitare che le proteste assumano forme eclatanti, con azioni illegittime che danneggerebbero soprattutto gli studenti e le loro famiglie. La concertazione – sottolinea il garante – resta, anche in questo caso, la via maestra per evitare strappi, che lacererebbero il tessuto sociale del Paese. Noi faremo la nostra parte, assicurando il rispetto rigoroso della legge sul diritto di sciopero a tutela degli utenti. Al riguardo – spiega Alesse – spero davvero che il ricorso allo strumento della precettazione resti solo un’opzione teorica, perché, in caso di blocco degli scrutini, sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali)», conclude il Garante.