VASTO – “Spostavano salme anche all’insaputa dei parenti”. E’una delle scoperte evidenziate dagli investigatori. Ora tre dipendenti del comune di Vasto sono stati arrestati per induzione indebita a dare denaro in cambio di favori al cimitero.
L’operazione disposta dalla Procura della Repubblica di Vasto retta da Giampiero Di Florio, è scattata stamani con gli arresti effettuati dagli agenti del Commissariato di P.S. guidato da Fabio Capaldo.
I tre indagati sono stati posti ai domiciliari: si tratta di Franco D’Ambrosio (60 anni, custode), Antonio Recinelli (65 anni, necroforo) e Luisito Lategano (45 anni, operaio). Contestati, tra gli altri, i reati di concorso in induzione indebita a dare e/o promettere utilità e vilipendio di cadavere.
A scoperchiare per primo il giro di malaffare fu l’ex sindaco di Vasto Luciano Lapenna con due denunce, del 2012 e del 2015. L’amministrazione comunale fece anche apporre all’interno dei cimiteri cartelli in cui si avvisava che i pagamenti dovevano avvenire solo negli uffici municipali.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre dipendenti avrebbero posto in essere “una vera e propria attività illecita in grado di fruttare loro denaro contante, utilizzando l’incarico pubblico per il loro personale profitto. L’attività illecita è riferita alle operazioni di inumazione, tumulazione, esumazione ed estumulazione dei feretri, per eseguire le quali i tre inducevano gli utenti a pagare loro somme di denaro, anziché rivolgersi al servizio Patrimonio e Demanio del Comune, per il versamento delle tariffe previste dal regolamento”.
Sempre secondo gli investigatori, “Il tutto per lo più avveniva nell’ufficio ubicato all’interno del cimitero, dove i tre ricevevano i parenti colpiti dai lutti, i quali -pur di sistemare i propri defunti- accettavano di pagare in contanti le prestazioni”.
Secondo quanto emerso dalle indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche e ambientali, “i dipendenti, pur di lucrare denaro, acquisivano la disponibilità dei loculi attraverso attività cimiteriali irregolari, quali ad esempio ridurre in urne cinerarie i resti cadaverici anche quando lo stato degenerativo non lo consentiva, o tumulare più cassette nello stesso loculo a volte anche all’insaputa delle famiglie”.
Ulteriori indagini sono in corso per individuare ulteriori responsabilità o fatti di reato, anche in relazione al danno patrimoniale subito dal Comune di Vasto.