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PESCARA – Sul piano del gioco si è visto di meno rispetto alle scorse uscite. Alla fine c’è stato un discreto primo tempo, a fronte di una ripresa anonima con zero tiri e pochissime idee. In realtà, il solito limite confermato dai biancazzurri quando affrontano squadre che si chiudono. Se la palla non viaggia velocemente, se non ci sono giocate codificate, difficile e complicato fare breccia nelle difese avversarie. È quanto accaduto nella ripresa.
I centrocampisti non hanno le caratteristiche tipiche dei cursori e giocano palla addosso. In simili casi a fare la differenza devono essere gli attaccanti che, però, non hanno lasciato il segno. Soprattutto gli esterni. In fase offensiva, le cose migliori nella prima frazione: un ottimo intervento di Perucchini sul destro a giro di D’Ursi, la provvidenziale diagonale di Mordini, soprattutto il salvataggio sulla linea di Arrigoni. Tre occasioni figlie di uno spunto individuale, di un contropiede e di un calcio da fermo.
Dopo l’intervallo è andato decisamente meglio il Teramo organizzato benissimo in fase difensiva. In classifica 20 punti di differenza. Eppure, in campo non si è notato. Insomma, rispetto alla prova scintillante sfoderata col Cesena, il passo indietro, così come riconosciuto da tutti a fine partita, è stato evidente. Ci di aspettava di più ma il punto non è da buttare. Il Delfino ha staccato, infatti, l’Entella ko a Grosseto ed è a -1 dal Cesena che domani ospiterà la Reggiana.