TERAMO – Il centro anti-violenza “La Fenice” di Teramo sarebbe a rischio. Così come lo sarebbero tutti quelli italiani a causa del mancato rifinanziamento del Piano nazionale contro la violenza sulle donne e i drastici tagli agli enti locali. E così il vice presidente della Provincia di Teramo, Renato Rasicci, torna a chiedere ai Comuni un contributo di 700 euro l’anno in considerazione del fatto che il Centro Antiviolenza accoglie e assiste donne provenienti da tutti i centri del teramano.Nel frattempo è ufficialmente partita una campagna di raccolta fondi con l’apertura di un conto corrente pubblicizzata con un banner e una sezione dedicata sul sito dell’ente.
“Voglio ringraziare tutti quelli che si stanno adoperando per la sorte del Centro Antiviolenza a partire dalla Commissione Pari Opportunita’, dalla Commissaria Anna Pompilii, all’Universita’, al Comitato delle donne Snoq – dichiara Rasicci. Anche il Bim ha assicurato un contributo. Con queste risorse, che si aggiungono a quelle della Banca Popolare, a quelle donate con una raccolta fra i dipendenti e dal Corpo della Guardia di Finanza di Teramo, cercheremo di riaprire il Centro anche se con servizi ridotti. Nel frattempo, pero’, aderiamo ai punti programmatici dell’associazione Dire perché ad un servizio essenziale come questo va garantita una via di finanziamento stabile”.