
CHIETI – Tutto materiale fabbricato con legno scadente, importato evadendo l’Iva per oltre un milione di euro. Il tutto fintamente “timbrato”, in realtà con un semplice pennarello nero, di noti marchi del settore funebre italiano, anziché impresso come prevede la legge in materia e smistato in mezza Italia ad un prezzo cento volte superiore a quello di costo. ” China Coffins” è la prima operazione del genere, condotta dalla Guardia di Finanza di Chieti, che ha portato ad un maxi sequestro di cofani funebri.
Ben 1200 i pezzi sequestrati in tre magazzini, tutti concentrati in Abruzzo e precisamente a Francavilla al Mare, Casacanditella e Vacri, sei le persone denunciate, due le procure coinvolte nelle indagini: Chieti, appunto, e Napoli per il solo specifico reato di contrabbando. Una vera e propria organizzazione con ruoli specifici e due porti di ingresso della merce ( Napoli e Ancona ), uno smistamente veloce e collaudato all’ingrosso piuttosto che al dettaglio, sette regioni destinatarie della merce: cofani funebri realizzati con legno scadente e privi dei requisiti minimi di sicurezza e garanzia in termini igienico-sanitari.
Le indagini partono a settembre quando viene denunciato il furto di 360 pezzi da un garage adibito a magazzino nella zona del chietino: quindi le ispezioni delle Fiamme Gialle fino al maxi sequestro di oggi. Indagini che certamente sono destinate a far venire a galla altri personaggi, altri destinatari loro malgrado truffati, altra IVA evasa la fisco italiano. L’organizzazione, capitanata da due cinesi e tre rumeni contava anche di “ganci” italiani: a loro spettava il compito di rendersi credibili agli occhi dei titolari delle imprese funebri a cui prorponevano merce e affari a buon prezzo.