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CHIETI – Le dimissioni di Francesco Zavattaro, il manager della Asl Lanciano Vasto Chieti, non lasciano strascichi di polemica. Lo stesso aveva annunciato la sua decisione ieri, dopo aver firmato il provvedimento di chiusura dell’ospedale di Atessa, ad una settantina di medici e dirigenti. Le sue dimissioni saranno operative entro il 15 giugno.
Sull’argomento intervengono l‘on. Fabrizio Di Stefano e il presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale, Mauro Febbo, entrambi di Forza Italia: “Troppe ombre sul ruolo di D’Alfonso di fronte al silenzio assordante del Pd teatino”. “Forse sulla sanita’ si sta pensando piu’ a fare gli imprenditori che a curare gli abruzzesi – ha dichiarato Mauro Febbo – e sulle annunciate dimissioni del manager della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, bisognerebbe riflettere attentamente e capire cosa e’ accaduto in questi pochi mesi e cosa accadra’, come andrebbero spiegate alcune frasi dello stesso Zavattaro quando sottolinea che ‘mi stanno facendo terra bruciata intorno’ o ‘c’e’ troppa ingerenza del Presidente’. Forse si riferisce al progetto del nuovo grande ospedale dell’area metropolitana che D’Alfonso vorrebbe costruire nella ‘Striscia di Gaza’, non in Palestina ma a San Giovanni Teatino (Sambuceto), magari su terreni di cui gia’ si conoscono nomi e’ cognomi dei proprietari, che di fatto penalizzerebbe pesantemente il Clinicizzato teatino ed andrebbe a discapito direttamente dell’Universita’ D’Annunzio”.
Pronta la replica del Sottosegretario alla Presidenza, Camillo D’Alessandro: “I chiarimenti circa il giudizio sulla conduzione della Asl Lanciano-Vasto-Chieti li danno i numeri ed i cittadini. Ed i numeri sono implacabili nel descrivere come sia stata guidata fino ad oggi questa Asl”. “Numeri, per esempio, rilevati dagli ispettori ministeriali cosi’ come sono inequivocabili i numeri relativi alla mobilita’ passiva. Come ha chiarito l’assessore Paolucci, – ha aggiunto – non c’e’ nulla contro la persona fisica del direttore generale ma c’e’ un giudizio profondamente, strutturalmente e nel merito negativo, mai tenuto nascosto. Per questo, Zavattaro farebbe bene a concludere il suo impegno alla guida della Asl Lanciano-Vasto-Chieti consentendo a chi ha vinto la elezioni di assumersi tutte le sue responsabilita’ attraverso la scelta di uomini e donne che possano migliorare la sanita’ in Abruzzo. Abbiamo vinto le elezioni perche’ gli abruzzesi, a partire dalla sanita’, – ha continuato – ci hanno chiesto di camabiare”.
“Il giudizio di D’Alessandro sulla gestione Zavattaro e’ la conferma di come lui stesso, come del resto il Partito democratico, abbia una doppia morale che e’ ben divisa tra le cose che dichiara e le cose che fa”. Cosi’ Mauro Febbo, presidente della Commission di vigilana del Consiglio egionale, replica alle dichiarazioni del sottosegretario alla presidenza della Regione sulle dimissioni del manger della Asl Lanciano-Vasto-Chieti. “Se la conduzione dell’Azienda sanitaria da parte di Zavattaro e’ stato cosi’ negativa – sottolinea Febbo – D’Alessandro ci dovrebbe spiegare perche’ la Giunta regionale e’ pronta a sborsare 10 milioni di euro per contribuire a mettere in pareggio il Bilancio e quindi, non essendo i conti in rosso, potergli assegnare successivamente una valutazione positiva”.
“E’ proprio vero che la politica ha perso il senso della misura, se si arriva a difendere, in ragione di una non ben identificato motivo, la gestione di un direttore generale, Zavattaro, che alla quasi totalita’ risulta indifendibile. Ed e’ strano che questa difesa venga fatta da persone, quali Febbo e Di Stefano, che al tempo di Chiodi erano spesso critici con Zavattaro e con lo stesso ex presidente, a causa di una conduzione della Asl di Lanciano Vasto Chieti che loro stessi giudicavano non adeguata. Certo, per difendere Zavattaro ce ne vuole!”. Lo scrive in una nota il consigliere regionale di Abruzo Civico Mario Olivieri. Secondo l’esponente politico il direttore generale “ha gestito la Asl dalle stanze di Chieti, senza confrontarsi e senza conoscere i suoi dipendenti, ne’ tantomeno il territorio che ha bistrattato riducendo al lumicino gli ospedali e le strutture territoriali, e senza avere capacita’ e volonta’ di interlocuzione con gli amministratori, che quotidianamente si sono visti depauperare l’offerta dei servizi sanitari nei confronti dei loro cittadini, senza poter minimamente proferire parola”.
E infine arriva la risposta del Pd: “Il Partito democratico, ha dimostrato di avere una linea ben precisa da seguire in materia di Sanita’. Siamo alla vigilia dell’uscita dal commissariamento. Si tratta di fatti concreti, altro che doppia morale”. Risponde cosi’ il segretario regionale Marco Rapino alle accusa del consigliere Febbo. “La linea politica del Pd in materia parte da un assunto: va assolutamente restituita al cittadino abruzzese una sanita’ sicura, sana, con garanzie di cura, cosi’ come sancito dall’art.32 della Costituzione. Forse gli innumerevoli passi in avanti di questo esecutivo – prosegue Rapino – pongono Forza Italia in posizione di imbarazzo per quando avrebbero dovuto fare e non hanno fatto durante i sessantasei mesi di mandato a loro disposizione. Operazioni coraggiose sono state messe in capo dall’assessore Paolucci, che non ha pensato neanche un istante ad anteporre il suo consenso elettorale alla salute del cittadino. Forse, Forza Italia con il consigliere Mauro Febbo – conclude il segretario del Pd – dovrebbero almeno ammettere questo, con un piccolo sforzo di onesta’ intellettuale possono farcela”.