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TAORMINA – E’ iniziato con la classica foto di famiglia nella suggestiva cornice del Teatro greco, il vertice del G7 di Taormina. Dopo la strage di Manchester di lunedì, la lotta al terrorismo è finita al primo posto nell’agenda dei Grandi. Più difficile sarà trovare un’intesa sugli altri temi, dai cambiamenti climatici al commercio internazionale, al centro della “rivoluzione” portata da Donald Trump nei primi quattro mesi alla Casa Bianca.
Sul clima il presidente americano Donald Trump «è propenso a comprendere le posizioni europee, vuole ascoltare chiaramente quello che i leader europei hanno da dire» ha spiegato il consigliere economico della Casa Bianca, Gary Cohn, parlando con i giornalisti al seguito e ribadendo che sulle conclusioni del G7 «il presidente vuole avere un dialogo aperto».
«Chiediamo risultati», ha spiegato il padrone di casa, Paolo Gentiloni, in un videomessaggio, «sappiamo che non sarà un confronto semplice, ma lo spirito di Taormina ci può aiutare nella direzione giusta». In particolare, il premier ha ribadito che «su terrorismo e sicurezza, dal summit ci sarà una dichiarazione importante». «È il vertice più difficile», ha ammesso in una conferenza stampa il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, «l’Ue lavorerà per l’unità».
Gli occhi del mondo al summit sono puntati su Trump, al suo esordio al G7 al pari di Gentiloni, Emmanuel Macron e Theresa May, anche per le notizie rimbalzate dagli Usa sul “Russiagate”, in cui appare implicato anche il 36enne genero e super consigliere del presidente americano, Jared Kushner. Imponenti le misure di sicurezza, con 10.000 uomini a proteggere i leader di Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti: nella cittadina siciliana le strade sono completamente deserte, i negozianti hanno “blindato” le vetrine con assi di legno e lamiere, per il timore dell’arrivo degli antagonisti che potrebbero decidere di manifestare sul lungomare di Giardini Naxos, non lontano dall’Hotel San Domenico in cui si tengono le riunioni dei leader.
La prima sessione di lavoro si apre all’Hotel San Domenico mentre le First Lady sorvoleranno l’Etna in elicottero prima di una gita a Catania. Alle 12.30 i Capi di Stato e di governo si trasferiranno sulla terrazza dell’albergo per un aperitivo e per ammirare il passaggio delle Frecce Tricolori. Dopo la colazione di lavoro, alle 14.45, riprenderanno le riunioni. Il terzo summit dei Grandi senza la Russia avrà quindi il suo momento più spettacolare nell’aperitivo di stasera sulla terrazza dell’Hotel Timeo, accanto al teatro Antico e affacciata sul mare e sull’Etna, prima della cena offerta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Domani la giornata conclusiva del summit che si dovrebbe concludere nel primo pomeriggio con la conferenza stampa di Gentiloni in programma alle 15.
Intanto una frase di Trump ha scatenato la polemica in Germania. E non solo. «I tedeschi sono cattivi» riferisce il giornale Der Spiegel ma i collaboratori del presidente Usa si affrettano a precisare. «Ha detto che i tedeschi sono molto cattivi sul commercio, ma non ha un problema con la Germania» e «ha detto “Non ho un problema con la Germania, ho un problema con il commercio tedesco”»riferisce Gary Cohn, direttore del National economic council che fornisce consulenza economica al presidente Usa. Der Spiegel aveva riportato che, all’incontro con i vertici Ue, fra cui anche il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, Trump avrebbe detto che «i tedeschi sono cattivi, molto cattivi», “bad” in inglese, lamentandosi del surplus commerciale della Germania. Un po’ diversa la versione della Sueddeutsche Zeitung, secondo cui l’aggettivo “bad” era riferito proprio al surplus commerciale e non ai tedeschi. Ma Juncker, rispondendo a Taormina alla domanda di un’agenzia di stampa tedesca sulla questione, ha ridimensionato: «Non ha detto che i tedeschi sono cattivi», ma che con la Germania «abbiamo un problema» e possibilmente le dichiarazioni sono state poi riportate in modo esagerato. Juncker ha definito l’incontro con Trump «molto franco».
«La gestione e il controllo dei flussi di migranti richiede – pur tenendo conto della distinzione fra rifugiati ed emigrati economici – sia un approccio d’emergenza che uno di lungo termine». E per quest’ultimo i leader del G7 «sono d’accordo nello stabilire partnership per aiutare i Paesi a creare nei loro confini le condizioni che risolvano le cause della migrazione». Lo si legge in una bozza del documento finale del G7, ancora in fase di negoziazione.