ROMA – La Camera ha approvato la riforma della legge elettorale. L’Italicum è passato a scrutinio segreto con 334 voti a favore, 61 contrari e 4 astenuti. Al voto non hanno preso parte le opposizioni. Forza Italia, Movimento 5 Stella, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Sinistra ecologia e libertà hanno infatti abbandonato l’Aula di Montecitorio in segno di protesta. Lo scrutinio segreto era stato chiesto da FI, Lega e Fdi. La legge dovrà ora essere firmata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E poi, a dieci anni dall’approvazione della legge Calderoli – il Porcellum -, l’Italia avrà a tutti gli effetti una nuovo sistema per votare i propri rappresentanti.
Un applauso di pochi secondi partito dai banchi del Pd ha salutato l’approvazione della riforma. Molti deputati della maggioranza sono andati a baciare e abbracciare Maria Elena Boschi. Il ministro per le riforme, uscita dall’Aula, ha dichiarato: «Missione compiuta. Il governo ha mantenuto l’impegno. Abbiamo promesso, abbiamo mantenuto».
Sulla carta la maggioranza partiva da quota 396, ma considerando i nuovi voti dalle file degli ex grillini e di Sel, l’asticella poteva essere alzata a quota 400-405. Il numero di sì è stato pari a 334. Quindi mancano all’appello circa sessanta voti. Ci si aspettava una forbice tra 348 a 353, il risultato per il governo è stato peggiore delle attese. Per questo la minoranza Pd parla di «dato politico importante» e Forza Italia di «vittoria di Pirro».
Circa sessanta i contrari alla legge, dunque. E tra questi tanti della minoranza del Partito democratico. «Un dissenso abbastanza ampio, mi sembra di capire. Adesso, cosa fatta capo A. C’è un dato politico, l’approvazione con i sessanta contrari», ha detto Pierluigi Bersani lasciando l’Aula dopo il via libera definitivo. «Se 38 sfidano il governo non votando la fiducia vuol dire che il dissenso è molto maggiore. Ma non sono i numeri ad interessarmi, il fatto è che si è approvata la legge elettorale con meno della maggioranza. Questo è il punto politico ed è quello che ho sempre detto a Renzi dall’inizio», commenta Roberto Speranza.
L’approvazione dell’Italicum è «una vittoria di Pirro, di Renzi e del suo governo. Con questi voti la riforma costituzionale non passerà mai e se non passa questo Italicum è incostituzionale», commenta a caldo il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta. «I numeri sono tali – spiega – che in Senato Renzi non ha la maggioranza ormai su nulla».
«Nonostante la compravendita, il mercato delle vacche hanno fatto una votazione con pochissimi voti di scarto. Questa è anche una sconfitta per Renzi», dice invece il vicepresidente della Camera nonché esponente M5S Luigi Di Maio. Il deputato Danilo Toninelli, durante le dichiarazioni finali, aveva fatto appello al Colle: «Da cittadini che rappresentano altri cittadini chiediamo al presidente Sergio Mattarella di non firmare, perché l’Italicum porta con sé gli stessi principi di incostituzionali che portava con sé il Porcellum. Le chiediamo – ha aggiunto – coraggio, una scelta molto coraggiosa che serve per la nostra libertà e per il bene del Paese».
E anche Matteo Renzi difende ad oltranza l’Italicum, che ha un «grande elemento di chiarezza» ha detto il premier nel suo intervento alla Borsa di Milano davanti ai rappresentanti delle società quotate. «Per cinque anni sarà chiaro il governo, chi vince – ha sostenuto il premier -. Ci sarà un sistema nel quale il nostro Paese potrà finalmente essere un punto di riferimento per la stabilità politica, condizione per l’innovazione economica». «Con questa legge elettorale le cose cambieranno davvero – ha assicurato Renzi -, ci abitueremo al fatto che uno fa il premier cinque anni, forse dieci, e poi se ne andrà. Ma, in quei cinque anni, ci sta, non rincorre solo le emergenze, fa le cose».