L’AQUILA – La dipendenza dal gioco crea giro d’affari che solo nel 2016 ha sfiorato i 100 miliardi di euro, oltre due volte tutta la produzione agricola in Italia e, per chi sostiene che in fondo la malattia del gioco è sempre esistita, basta fare un raffronto con il giro d’affari di 20 anni fa, appena 17 miliardi, praticamente un picco del +450%.
Dal quadro nazionale al quadro regionale, ancora più preoccupante: Abruzzo prima regione d’Italia per denaro giocato, 1500 euro pro capite, una slot ogni 83 abitanti, in un anno, solo all’Aquila, gli assistiti da ludopatia sono passati da 105 a 210, al primo posto la città di Pescara con una media di 984 euro di giocata pro capite, ma soprattutto un giro d’affari di 2 miliardi e mezzo di euro l’anno, praticamente l’8% del Pil dell’intera regione.
Come le istituzioni gestiscono questa che è una vera e propria emergenza? Una misura sicuramente apprezzabile è quella introdotta nel 2013 con una legge che, intanto, impone una distanza minima nei centri urbani di Slot, ma in chiusura di legislatura è stata concessa una proroga di due anni alla situazione attuale, dunque, e di duri colpi all’economia reale.
Il Movimento 5 Stelle sta conducendo una battaglia su questo fronte con la campagna “Game Over, se vuoi vincere …lascia perdere”. Da uno studio dettagliato sul fenomeno , ad una diffusione a tappeto, attraverso una serie d’incontri sul territorio, d’informazioni tese a sensibilizzare l’opinione pubblica li dove la mentalità comune ancora fa fatica a considerare la ludopatia come vera e propria malattia:
“E’ necessaria una forte sensibilizzazione non solo dell’opinione pubblica, ma anche delle istituzioni su questa vera e propria piaga – sottolinea Sara Marcozzi capogruppo del M5S al Consiglio Regionale – la legge del 2013 che impone una distanza di almeno 300 metri tra una Slot ed un’altra è sicuramente una misura positiva, ma la decisione di prorogare la sua entrata in vigore di due anni non fa che aggravare una situazione già drammatica. Dal canto nostro abbiamo avviato da tempo uno studio approfondito sul fenomeno – prosegue la Marcozzi – realizzando un dossier che stiamo facendo girare per tutta la Regione attraverso una serie d’incontri anche con testimonianze dirette di ex giocatori, per far comprendere quanto possa essere pericoloso entrare in questo vortice”.