GENOVA – Due mesi, per venire a capo di quello che sulle prime era sembrato un caso (parecchio) in salita: almeno cinque componenti della gang che il 14 luglio scorso ridusse in fin di vita un barman di 44 anni alla fermata del bus in piazza Caricamento, picchiandolo a sangue poiché credevano fosse gay, sono stati individuati: in tre sono stati arrestati, due maggiorenni genovesi e uno, all’epoca dei fatti minorenne, di origini albanesi, altre due ragazze, un’italiana e un’albanese sono state denunciate ma in stato di libertà.
Per loro prende corpo l’accusa di tentato omicidio, e non è escluso che nelle prossime ore la posizione si aggravi ulteriormente. La vittima dalla metà di agosto ha ripreso definitivamente conoscenza, parla con i familiari più stretti sebbene alcuni ricordi siano ancora difficili da focalizzare.
L’elemento cruciale nella svolta all’indagine, perlomeno in base alle solide indiscrezioni che filtrano da ambienti investigativi, è rappresentato dalle tracce telefoniche che i picchiatori hanno lasciato durante la fuga.
Due video differenti li immortalano a distanza di qualche centinaio di metri, e questo ha consentito agli uomini del nucleo operativo della compagnia Centro di fissare una direttrice abbastanza precisa lungo la quale si sono allontanati. A quel punto si è indagato sulle celle telefoniche: un lavoro quasi ossessivo, da parte dell’Arma, ma ha permesso d’isolare un gruppo di numeri sospetti, che si sono “spostati” lungo il tragitto indicato dai filmati.