MILANO – Condanne ridotte per tutti gli imputati al processo d’appello per il cosiddetto caso Ruby-bis. La condanna più alta è stata inflitta a Lele Mora, che dovrà scontare sei anni e un mese per una pena che, pero’, comprende anche il fallimento della LM Management (in primo grado era stato condannato a sette anni, solo per la vicenda Ruby). I giudici della Terza Corte d’Appello di Milano hanno inoltre fissato in quattro anni e 10 mesi la condanna per Emilio Fede (contro i sette anni del primo grado) e hanno condannato a tre anni Nicole Minetti (in primo grado erano cinque anni).
Nel dispositivo della sentenza i giudici del processo d’appello `Ruby bis´ spiegano le ragioni del trattamento sanzionatorio più mite. A Nicole Minetti sono state concesse le generiche, mentre a Lele Mora è stata riconosciuta la continuazione tra i reati di cui era accusato, per i quali è stata ribadita la colpevolezza, e la condanna già subita per la bancarotta fraudolenta di una delle sue società. Infine, Emilio Fede è stato in parte assolto dalle accuse e uno dei reati di cui rispondeva è stato riqualificato in un altro che prevede una pena più lieve.
«L’idea di farmi ancora sette anni di carcere mi terrorizzava. Il carcere mi preoccupava tantissimo, perché l’ho vissuto in modo molto duro con 14 mesi di isolamento, sorvegliato a vista e con il divieto di incontro, peggio di un terrorista». Così Lele Mora ha commentato la sentenza d’appello sul caso Ruby dicendosi «soddisfatto della sentenza» che lo condanna a 6 anni e 10 mesi. L’ex talent scout, ha ringraziato i suoi avvocati per il risultato, ha detto «Non mi pento di quello che ho fatto, se uno si pente non è un uomo».
Non è invece soddisfatta la difesa di Nicole Minetti: «Con lei si continua a usare la clava e fortunatamente la Cassazione non è a Milano». Gli avvocati Paolo Righi e Pasquale Pantano sono convinti dell’innocenza della loro assistita e anche che «questo processo vada celebrato a Monza». Quindi quella della competenza territoriale sarà una delle questione che riproporranno nel loro ricorso davanti alla Suprema Corte con cui chiederanno l’annullamento del verdetto di oggi.
L’avvocato ed ex parlamentare del Pdl, Maurizio Paniz, che difende Emilio Fede assieme alla collega Alessandra Guerini, ha preannunciato che farà ricorso in Cassazione contro la condanna per l’ex direttore del Tg4. Il legale ha sottolineato però in secondo grado, che è stato «tolto il reato di istigazione alla prostituzione» e sono stati riqualificati altri capi di imputazione, tanto che la pena è stata ridotta. «Le sentenze vanno rispettate e la Corte d’Appello ha dimostrato di essersi impegnata molto», ha spiegato Paniz, chiarendo anche che Fede, qualora dovesse essere condannato anche in Cassazione, «non finirà in carcere», ma ci sarà la possibilità, data la sua età, di chiedere i domiciliari.