MILANO – Nella requisitoria del processo Ruby, il pm di Milano Antonio Sangermano ha detto oggi che nella residenza di Arcore non si svolgevano né cene eleganti né spettacoli di burlesque ma un “collaudato sistema prostitutivo”, che vedeva la ragazza marocchina parte integrante. Nel processo, in cui Silvio Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile, Sangermano ha spiegato anche che oltre a Ruby, l’allora consigliera regionale lombarda Nicole Minetti era “protagonista attiva delle serate di Arcore”, compiendo atti prostitutivi e ricevendo denaro da Berlusconi e “svolgendo l’attività di intermediatrice e agevolatrice dell’altrui prostituzione”.
La requisitoria dovrebbe proseguire venerdì con l’intervento della pm, Ilda Boccassini, e la sentenza dovrebbe arrivare il 18 marzo. Questo mese sono attese anche le sentenze di altri due processi che coinvolgono l’ex premier: quello su Bnl-Unipol giovedì prossimo e l’appello dei diritti tv Mediaset il 23 marzo.
Secondo la ricostruzione del pm – che ha detto che “gli elementi di prova convergono univocamente ad attestare la responsabilità dell’imputato” – nelle serate ad Arcore c’erano tre fasi: la cena, il ‘bunga bunga’ e il sesso. “La cena, che talora vedeva già contatti di natura sessuale tra Berlusconi, Fede che era presente e intermediario, e le ragazze. Il bunga bunga, che non è un’invenzione ma è stato così definito dalle ragazze, dove i momenti di natura sessuale diventavano più espliciti con spogliarelli e atti di natura erotica. E la terza fase in cui alcune ospiti s’intrattenevano nella villa di Berlusconi, ottenendo un quid pluris economico, tanto da scatenare una competizione tra loro”.
Sangermano ha parlato poi di un “mercimonio sessuale”, in cui “non si può non sottolineare la macroscopica anomalia dell’imputato che ha iniziato a remunerare i testimoni a suo carico con 2.500 euro mensili”. E ancora, l’accusa è certa di poter dimostrare il “nesso tra ciò che avveniva ad Arcore e ciò che avvenne in questura la sera del 27 maggio 2010”, quando Ruby venne portata in Questura e affidata a Minetti.