ROMA – Il nuovo Presidente delle Repubblica è Sergio Mattarella, siciliano, ex Dc, classe 1941. È stato eletto al quarto scrutinio con 665 voti: in 127 invece hanno Imposimato, 46 Feltri, 17 Rodotà. Tredici le schede nulle, 105 le schede bianche, trentaquattro in meno rispetto ai 139 elettori di Forza Italia presenti in Aula. Al raggiungimento del quorum – 505 voti – è scoppiato un lungo applauso. Per quattro minuti tutti i parlamentari si sono alzati in piedi, tranne quelli di Lega e M5S.
Poco dopo la presidente della Camera Boldrini si è recata dal neo eletto per comunicare l’esito del voto il quale si è limitato a dire: «Il mio pensiero va alle difficoltà e alle speranze degli italiani». Il giuramento si terrà martedì alle ore 10. Anche il figlio nel neo capo dello Stato Bernardo ha confermato l’emozione: «Siamo felici e mentre guardavamo lo spoglio tutti insieme in famiglia – ha raccontato – Quando è uscito il risultato ci siamo commossi». E ancora: «Papà è già indaffarato, già al lavoro consapevole della responsabilità dell’incarico».
Renzi ha assistito allo spoglio insieme all’ex capo dello Stato Napolitano, e nelle fasi finali ha inviato un sms ai grandi elettori: «Grazie per la serietà. Siamo orgogliosi del Pd e di ciascuno di voi». Subito dopo l’elezione è arrivato anche un tweet: «Buon lavoro, Presidente Mattarella! Viva l’Italia». Alfano soddisfatto: «L’ho votato con orgoglio siciliano». Duro il commento del leader leghista Salvini: «Non è il nostro presidente. Oggi è una pessima giornata per l’Italia, il centrodestra è morto». Grillo su Facebook scrive: «Mattarella Presidente, 50 sfumature di grigio». Ma sul suo blog un post firmato da Aldo Giannuli definisce l’ex Dc «migliore» rispetto ad altri candidati.
Dopo giorni di trattative, dietrofront e aperture, vince dunque la linea dettata dal premier. Il Pd per blindare la votazione ed evitare i franchi tiratori, decide di scrivere sulle scheda il nome del giudice costituzionale in modo diverso (Mattarella S., Sergio Mattarella, On. Mattarella, Prof. Mattarella…), a seconda delle correnti interne. La svolta sul Quirinale viene costruita, ora dopo ora, attraverso una girandola di incontri. La giornata di ieri, partita male, si sblocca dopo un lavorio degli ex democristiani e grazie anche ai suggerimenti di buon senso di Giorgio Napolitano. Il presidente emerito suggerisce al premier di non procedere a strappi e di dimostrare disponibilità nei confronti di Alfano e di tutte le forze che compongono l’arco parlamentare. Affinché tutti possano convergere su una candidatura come quella di Mattarella. Detto, fatto. Alla fine il ministro dell’Interno opta per il voto all’ex democristiano. La decisione viene formalizzata stamattina nell’assemblea dei grandi elettori dell’Area popolare. Ma Ncd è diviso, la tensione è alla stelle. Maurizio Sacconi si dimette da capogruppo di Ap e la deputata Ncd Barbara Saltamartini lascia l’incarico di portavoce del partito.
Anche in Forza Italia le acque non sono tranquille. Ieri Alfano, Casini e Gianni Letta hanno tentato in extremis di convincere Berlusconi a fare marcia indietro e a convergere su Mattarella, ma non hanno avuto successo. L’ex Cavaliere, irremovibile, ha chiesto ai suoi di votare scheda bianca evitando però lo strappo dell’uscita dall’Aula. Alcuni, però, non hanno seguito le sue direttive. Un gruppetto di “franchi sostenitori” vota Mattarella. Tra le file azzurre crescono i malumori: fittiani e verdiniani sono infuriati. Mentre i fedelissimi di Fitto sono inferociti contro il leader per aver messo Forza Italia al servizio del premier, una trentina di «grandi elettori» che si richiamano a Verdini chiedono un grande repulisti, ma per ragioni opposte ai primi. I Cinque Stelle anche stavolta si confermano fuori dai giochi. Non sono riusciti nei primi tre scrutini a incidere neppure un pochino nella scelta del Capo dello Stato. Ieri, prima hanno scartato l’idea di convergere con parte del Pd su Romano Prodi, e poi hanno fatto naufragare anche quella di votare Mattarella al quarto “turno”.