NORCIA – Quella appena passata è stata la prima notte del dopo terremoto trascorsa in auto o nelle strutture di accoglienza per la popolazione colpita dal nuovo terremoto tra Umbria, Marche e Lazio, il più forte dal 1980. E non sarà l’ultima. “Ridateci le tende” è la richiesta che arriva dalla maggior parte degli abitanti di Norcia che hanno scelto di rimanere in città pur avendo le case inagibili o non potendo rientrare per la paura o perché all’interno della zona rossa. La Regione assicura comunque che già nelle prossime ore saranno montate tensostrutture collettive dove la comunità potrà passare la notte. “In modo che nessuno sia costretto a rimanere in auto” sottolineano.
“Le tende non dovevano essere smontate” affermano a Norcia quelli che si ritrovano per la colazione nella struttura antistante il palasport. Parole urlate anche durante una assemblea con il sindaco Nicola Alemanno. “Non sono più ‘solo teli’ come una volta – afferma Adolfo, uno degli sfollati – ma ambienti confortevoli e riscaldati. Possono permettere a chi rimane qui di affrontare meglio le difficoltà di queste ore”. Una situazione che la presidente della Regione Catiuscia Marini ha affrontato stamattina in un incontro a Cascia con il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e il commissario governativo Vasco Errani. Vertice che si è poi spostato negli altri centri colpiti dal sisma.
Norcia, assemblea al campo sportivo.
“Ferma restando l’opzione volontaria da parte dei cittadini di scegliere, per l’immediato, la sistemazione in alberghi o altre strutture ricettive come hanno già fatto centinaia di persone la Regione Umbria, anche raccogliendo le istanze degli stessi cittadini, attraverso la Protezione civile nazionale e regionale, è fortemente impegnata per poter garantire già dalle prossime ore anche l’allestimento di tende collettive dove poter trascorrere le prossime notti in condizioni, seppur precarie, di sicurezza”. E’ quanto ha affermato la presidente della Regione, Catiuscia Marini, sottolineando che “in Umbria la situazione resta difficilissima”.
“Siamo ancora impegnati nella massima emergenza – ha spiegato – per continuare ad assistere la popolazione e garantire tutte le necessità minime per quanti hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni. Purtroppo ora siamo in presenza di numeri che non hanno più nulla a che vedere con il sisma del 24 agosto. Ora invece dobbiamo assistere oltre 5.000 persone”.
Sono oltre quindicimila le persone assistite dal servizio nazionale della protezione civile. In particolare, oltre cinquecento sono accolte in strutture alberghiere nell’area del Trasimeno e oltre quattromila negli alberghi sulla costa adriatica. A queste si aggiungono circa tremila persone in Umbria e altre settemila nelle Marche ospitate in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale. I dati, riferiti alla tarda serata di ieri, sono da considerarsi in continua evoluzione e aggiornamento. Rimangono, inoltre, tra gli assistiti a seguito del sisma del 24 agosto, oltre 1100 cittadini ospitati in alberghi e strutture ricettive.
Prosegue senza sosta e si è fatta stamani ancora più intensa l’attività dei soccorritori a Norcia. In città stanno affluendo personale e materiali come coperte, viveri e bagni chimici. In volo anche gli elicotteri di vigili del fuoco e delle altre forze di polizia. Tutto mentre continuano ad avvertirsi scosse di terremoto, anche intense.
Nella notte la terra ha continuato a tremare senza sosta. Le scosse legate alla faglia che si è aperta con i terremoto del 24 agosto sono state oltre 100. La piu forte, alle 4.27, di magnitudo 4,2 a 11 chilometri di profondità e a soli 3 chilometri da Norcia. Diverse le scosse avvertite chiaramente dalla popolazione e dagli sfollati. “Dormire? Qui è tutto un dondolio, che ti vuoi dormire? Ha pure gelato stanotte”, ha commentato sconsolato il sindaco di Ussita Marco Rinaldi, che è rimasto con soli altri 14 cittadini, più le forze dell’ordine e i volontari a tentare di riposare nel campeggio del paese, senza andare a dormire sulla costa a Porto Recanati o Porto S.Elpidio come gli sfollati.