ROMA – Giuseppe Conte prende la parola per «riferire sulla crisi di governo innescata dalle dichiarazioni del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini». E proprio a lui Conte rivolge il suo primo “pensiero”: «La decisione presa dalla Lega è grave e per questo va chiarita in un pubblico dibattito». Anche perché una «crisi in pieno agosto espone il nostro Paese a gravi rischi nell’ambito di una congiuntura internazionale non certo favorevole». E aggiunge, in tal senso, «il ministro dell’interno ha mostrato di seguire interessi personali e di partito…». E giù, il tifo da stadio mentre Conte riprende e insiste contro l’ex alleato: «gli atteggiamenti del ministro dell’Interno hanno mostrato scarsa sensibilità istituzionale e grave carenza di culturale e costituzionale».
E’ chiaro dice tutto d’un fiato il capo del governo che «la crisi in atto compromette l’azione di questo Governo che qui si arresta». E avviandosi verso le considerazioni finali annuncia che dopo il dibattito “rassegnerà nelle mani del Capo dello Stato le sue dimissioni. Questa esperienza mi ha consentito di conoscere meglio l’Italia… Ora il presidente della Repubblica guiderà il Paese in questo passaggio delicato. Colgo l’occasione per ringraziarlo per il sostegno che mi ha dato…Viva la nostra patria, viva l’Italia».
La replica di Salvini non tarda ad arrivare. Comincia così: «Grazie e finalmente, rifarei tutto quello che ho fatto». Con la grande forza di “essere un uomo libero, quindi vuol dire che non ho paura del giudizio degli italiani. Chi ha paura del giudizio degli italiani non è un uomo o una donna libera”. Poi, a Conte: «Mi dispiace presidente che lei mi abbia dovuto sopportare per un anno: una sequela di insulti… opportunista, inaffidabile, pericoloso…». Vede presidente (rivolgendosi sempre a banco del governo), «noi abbiamo a cuore l’Italia del 2050. La critica più surreale di tutto è stata non si fanno le crisi di agosto…ma che, facciamo i senatori o i ministri un mese sì e un mese no…I problemi ci sono caro Presidente…». E giù un lungo elenco. Poi il vicepremier riattacca e di nuovo verso Conte: »Non ho paura di mollare la poltrona. E poi la verità – riferendosi anche all’Europa – sono stufo che il nostro Paese debba dipendere dalla firma di qualche funzionario europeo».
«Noi siamo dipendenti pubblici al servizio dei cittadini italiani. Sono loro i nostri datori di lavoro. L’Iva non aumenta, si vota e non aumenta. I numeri dicono che abbiamo fatto cose buone e cose meno buone. Io non mi rassegno all’Italia disegnata nel 2050 dall’Istat quello dello zero virgola… Nel 2050 l’Italia perderà 4 milioni e mezzo di italiani e in cambio importerà 10 milioni e mezzo di immigrati. Io a questo non mi rassegno a questo». E poi l’affondo verso Conte e il governo: «La settimana scorsa la forza» di maggioranza di governo «le ha votato la sfiducia dicendo no alla Tav di cosa stiamo parlando? Questo governo si è interrotto perché da mesi c’erano dei signor no che bloccavano tutto quanto. Per settimane e per mesi ho detto alle nostre donne e i nostri uomini Andiamo avanti perché io ci credo ho fiducia», poi allargando le braccia, «A proposito di interessi di partito, a me non è mai capitato di parlare con Merkel chiedendo consigli per come vincere la campagna elettorale perché Salvini ha chiuso i porti… Ho chiuso i porti, l’ho fatto e lo rifarò: in Italia si arriva solo se si ha il permesso di arrivare… A me non è mai capitato di prendere un caffè con qualcuno perché “Salvini chiude i porti”.
Ora i casi sono due spiega Salvini in Aula, “O c’è un accordo di potere e di spartizione tra 5 stelle e Pd dite agli italiani cosa volete fare, anche se è irrispettoso per gli italiani, ma dirtelo…Se non è così, e c’è in voglia di costruire, terminare un percorso… Ma la via maestra è quella delle elezioni… ma se volete andare avanti noi ci siamo…Volete tagliare i parlamentari, ci siamo, se poi si fa una manovra coraggiosa noi ci siamo … ma poi andiamo a votare…». Quindi, spiega il leader della Lega rifacendosi a Giovanni Paolo II che la fiducia «bisogna meritarla con gesti e fatti concreti…». Se invece, volete «andare con Renzi spiegatelo agli italiani…»
E in serata la Lega ritira la mozione di sfiducia: “È una scelta di coerenza con l’apertura fatta in Aula da Matteo Salvini. Se tieni una porta aperta non puoi tenere la sfiducia». Così fonti leghiste spiegano la decisione di ritirare la mozione di sfiducia a Giuseppe Conte. «La mozione, d’altronde», si ricorda, «era stata presentata per parlamentarizzare la crisi. E le comunicazioni di Conte e il suo annuncio di dimissioni l’hanno resa non più necessaria”.