L’AQUILA – “La ricostruzione dell’asse centrale procede ormai a ritmi serrati e sono sempre piu’ numerosi i palazzi restituiti alla vista e alla fruibilita’. La dimostrazione di come la proposta deliberativa con la quale si stabiliva la precedenza a questa porzione del centro storico che, nel 2011, presentai insieme con l’allora consigliere Enzo Lombardi, e che fu approvata dall’assise civica, fu un’ottima intuizione e rappresenta, ancora oggi, una pietra miliare nella ricostruzione”. Lo afferma in una nota il Presidente del Consiglio Comunale dell’Aquila, Carlo Benedetti.
“Ricordo – ha aggiunto – che il termine stesso di “asse centrale” fu coniato e introdotto proprio attraverso quell’atto deliberativo. Quello che, invece, devo constatare con sommo rammarico e’ che, a distanza di quattro anni dall’approvazione del provvedimento e a oltre sei anni dal sisma, siano ancora ben lungi dall’essere ricostruiti gli edifici pubblici che insistono nella zona, cosi’ come i due di proprieta’ della Bper”.
“Salta infatti all’occhio, percorrendo l’asse centrale, come il vasto complesso che ospitava la presidenza della Provincia e la Biblioteca provinciale, al pari di quella che fu la sede centrale della Carispaq e dell’altro edificio, oggi Bper, alla Fontana Luminosa, siano ancora nelle stesse condizioni in cui erano la mattina del 6 aprile. Anzi, peggio, dato il fatto che sono passati gli anni e gli inverni. Una situazione che riguarda anche palazzo Margherita, per il quale, tuttavia, le recenti rassicurazioni dell’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano lasciano sperare in un imminente avvio dei lavori”.
“E’ necessario adottare – ha detto sempre Benedetti – un cambio di passo e mi auguro che il Provveditorato alle Opere pubbliche e la Bper si attivino per velocizzare i processi e risolvere eventuali situazioni ostative. Cosi’ come auspico che vi sia un’accelerazione nel lavoro dei tecnici incaricati. Diversamente, intendo intraprendere ogni azione idonea ai fini di portare la vicenda nella debita attenzione, anche attraverso un Consiglio comunale straordinario itinerante, volto a fare il punto della situazione e a chiarire le ragioni di tale stallo. Un’altra constatazione che salta all’occhio e’ come, nonostante i palazzi storici vengano restituiti progressivamente alla citta’, non si registri, di pari passo, un ritorno delle attivita’ commerciali nelle proprie sedi in centro. Una circostanza che e’ certamente da imputare, in buona parte, all’aumento indiscriminato degli affitti di molti locali. Ritengo sia necessario che le associazioni di categoria si attivino per addivenire ad una sorta di patto civico con i proprietari degli immobili affinche’, sotto l’egida del Comune, vengano calmierati i prezzi”.
“Si potrebbero prevedere – ha concluso – degli abbattimenti dei costi lungo un primo periodo, per esempio di cinque anni, garantendo cosi’ agevolazioni nella fase di start up in grado di incentivare il ritorno in centro delle attivita’ commerciali e, dunque, della vita stessa del cuore della citta’”.