CASALBORDINO – Un’esplosione si è verificata in una fabbrica per il trattamento degli esplosivi a Casalbordino, in provincia di Chieti. Sarebbero tre le vittime. La fabbrica coinvolta è una azienda in Contrada Termini: si tratta della Esplodenti Sabino. L’azienda, che si trova in un’area di oltre 20 ettari, conta un centinaio di dipendenti e si occupa di demilitarizzazione, recupero, smaltimento e distruzione di esplosivi.
“Attualmente – si legge sul sito – tutti i tipi di munizionamento convenzionale, bombe di aereo, sistemi d’arma, razzi, mine navali etc. vengono demilitarizzati nel pieno rispetto delle normative vigenti. Il 95% dei materiali recuperati dalla demilitarizzazione viene riutilizzato in campo civile”.
Le vittime della tragedia sono: Nicola Colaneo di Guilmi di 45 anni, Paolo Pepe di Pollutri, 45 anni e Carlo Spinelli di Casalbordino, 54 anni.
Da una prima ricostruzione della dinamica della tragedia, i tre uomini stavano portando alcuni razzi per smaltirli, quando improvvisamente è avvenuta l’esplosione. L’incidente sarebbe avvenuto all’altoforno: erano in corso operazioni ordinarie, quando sarebbe accaduto qualcosa che ha provocato l’esplosione, forse un’autocombustione. I tre sono morti sul colpo. Per accertare che non vi fossero dispersi, i dipendenti in servizio sono stati radunati e contati. Intanto, è arrivato anche il presidente della Regione Marco Marsilio.
“È una tragedia che ha scosso non solo Casalbordino ma tutta la nostra regione. Siamo distrutti anche perché parliamo di una azienda che fa della sicurezza il punto principe ma che purtroppo ha anche l’incidente dietro l’angolo”. Così il sindaco di Casalbordino Filippo Marinucci, sull’esplosione nella fabbrica in cui sono morti tre operai. “Parliamo – ha sottolineato il sindaco ricostruendo le ore successive alla tragedia – di una fabbrica grande, che conta oltre 70 operai in venti ettari di terreno e dunque vasta, e con un’alta incidenza di pericolosità. Per quanto di conforto tutte le precauzioni sono scattate subito dopo l’incidente. Mi hanno detto e riferito che l’incidente si è verificato poco dopo le 14 vicino l’altoforno nella zona dello smaltimento delle polveri da sparo per cause da accertare. Al lavoro c’erano oltre cinquanta persone. Le tre vittime erano impegnate nello smaltimento delle polveri. Le condizioni di sicurezza sono sempre state massime. Conosco i titolari dell’azienda e anche una vittima che è mia compaesana. Facciamo prove di simulazione di esplosione per la sicurezza ogni anno come previsto per legge con tutti gli organi preposti ovvero vigili del fuoco, Polizia Municipale, Carabinieri, altre forze dell’ordine, Protezione Civile Regionale. Parliamo di una azienda che smaltisce materiale bellico e rendere innocuo bomber e mine che arrivano da tutta l’Italia. Si va a detonare gli ordigni bellici recuperando le polveri che vengono bruciate”.
«L’ennesimo e inaccettabile incidente sul lavoro» dicono Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl e Gianna De Amicis segretaria regionale Ugl Abruzzo. Secondo i sindacalisti «occorre intensificare gli sforzi implementando i controlli e la formazione sulla sicurezza, soprattutto laddove si svolgono mansioni ad alto rischio infortuni per fermare una volta per tutte queste stragi». In tal senso l’Ugl è in tour in Italia con la manifestazione ‘Lavorare per Vivere’ al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul triste fenomeno delle ‘morti bianche’.
«Ancora un gravissimo incidente in Italia che vede coinvolta una fabbrica di fuochi d’artificio». Lo denuncia il Codacons, intervenendo sul caso. «Il bilancio provvisorio dell’incidente, che registra al momento tre morti – evidenzia l’associazione – porta a 74 il numero totale di vittime registrate in Italia dal 2000 ad oggi a causa di esplosioni nelle fabbriche di fuochi d’artificio, una strage che riporta la questione della sicurezza in primo piano». «Servono più controlli presso tali strutture e occorre verificare costantemente il rispetto delle norme di sicurezza – afferma il presidente Carlo Rienzi – La magistratura dovrà accertare se vi siano state omissioni sul fronte della sicurezza e negligenze da parte di chi aveva il compito di garantire il rispetto delle norme».