ROSELLO – Nel 2013 seminò il panico fra Chieti e Pescara con una serie di attentati incendiari. Roberto Di Santo, il ‘bombarolo’, come racconta ‘Il Centro’ si è allontanato lunedì mattina dalla struttura residenziale riabilitativa e psichiatrica ‘Il Quadrifoglio’ di Rosello. E’ caccia all’uomo.
Di Santo dovrebbe essere fuggito dalla sala fumatori della struttura: la titolare non ha potuto far altro che denunciare l’episodio ai carabinieri della stazione di Borrello. Immediatamente sono partite le indagini
delle forze dell’ordine per rintracciare il ‘bombarolo’ che, sebbene non fosse sottoposto ad una misura detentiva, certamente non poteva allontanarsi dalla struttura senza autorizzazione. Gli ultimi che lo hanno visto hanno raccontato di averlo notato molto ben vestito: forse aveva con sé un tablet.
Tutto ha inizio l’8 gennaio 2013 quando l’impiantista disoccupato piazza un ordigno in una villetta A Villanova di Cepagatti dandosi, quindi, alla fuga. Incendierà varie auto, tra cui una di fronte al tribunale di Chieti. Una latitanza durata 10 giorni durante i quali Di Santo contatta anche la nostra emittente destinandoci video e messaggi in cui spiegava i motivi dei suoi gesti annunciandone di nuovi e ancor più clamorosi. Quando verrà trovato Di Santo era in un casolare di Rosciano: dentro ad un camper, al quale aveva sgonfiato le gomme pur di potersi ben nascondere nella struttura, una scorta di viveri che gli avrebbe consentito un’autonomia di altre settimane, ma soprattutto un televisione portatile da cui seguiva e registrava tutto ciò che lo riguardava, in particolare le nostre dirette. Durante il processo l’imputato non ha mai negato le sue responsabilità, parlando di quei gesti come di ‘una protesta contro le ingiustizie subite da lui e dalle persone come lui’.