PESCARA – Prima aveva rinunciato all’interrogatorio nell’ambito dell’inchiesta madre per la tragedia di Rigopiano. Ora l’ex prefetto Francesco Provolo diserta anche l’appuntamento di questa mattina con i magistrati del Tribunale di Pescara per gli accertamenti sul presunto depistaggio.
In questa inchiesta bis della Procura sono sette i nomi iscritti sul registro degli indagati con l’accusa di avere occultato il brogliaccio delle segnalazioni del 18 gennaio alla Mobile di Pescara, per nascondere la telefonata effettuata dal cameriere Gabriele D’Angelo, che prima della valanga chiese aiuto al Centro coordinamento soccorsi della Prefettura: l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, i due vice prefetti Salvatore Angieri e Sergio Mazzia, i dirigenti Ida De Cesaris, Giancarlo Verzella, Giulia Pontrandolfo e Daniela Acquaviva.
Secondo la pubblica accusa, che indaga per depistaggio e frode processuale, sarebbero sparite ben quattro telefonate partite dall’Hotel Rigopiano prima della tragedia: quattro importanti richieste di aiuto inviate da una delle vittime, il cameriere Gabriele D’Angelo, volontario della Croce Rossa e dunque conoscitore di situazioni di particolare emergenza, che riferì della forte preoccupazione degli ospiti della struttura, non solo per l’abbondante nevicata, ma anche per alcune scosse registrate in quella zona, chiedendo l’immediata evacuazione della struttura. Allarmi che però caddero nel vuoto e che, stando a quanto riportato da un reportage del giornalista Rai Ezio Cerasi e poi confermato dagli accertamenti dei Carabinieri del Corpo Forestale, sparirono dal brogliaccio del Coc di Penne, da cui nasce l’ipotesi di frode processuale.
Questa mattina in Tribunale, oltre all’assenza di Provolo e della dirigente Ida De Cesaris, è stata interrogata Daniela Acquaviva, funzionaria della Prefettura di Pescara che, rispondendo alle domande del Pm Andrea Papalia, ha affermato di non sapere nulla in merito alle contestazioni relative alle accuse di depistaggio e frode processuale: “Riteniamo di avere chiarito che la nostra assistita è del tutto estranea ai fatti”, hanno detto i legali dell’indagata, Giacomo Di Francesco e Manuel Sciolè.
Acquaviva, che nei mesi passati era balzata alle cronache per la telefonata in cui proferì la frase “la mamma degli imbecilli è sempre incinta”, rispondendo a un carabiniere che le riferì delle prime richieste d’aiuto relative al disastro del resort, questa mattina è stata la prima indagata a essere interrogata per oltre un’ora dal Pm, coadiuvato dai carabinieri forestali.