ROMA – Era nell’aria già da qualche giorno. Oggi, dopo giorni di incontri e valutazioni, Ignazio Marino ha ritirato le dimissioni: «Sono pronto a confrontarmi con la maggioranza» ha spiegato lasciando il Campidoglio. «Voglio una discussione aperta e trasparente in aula». A questo punto si apre una spaccatura all’interno del Pd che in questi giorni gli aveva chiesto di lasciare. I consiglieri dem in Campidoglio hanno già deciso che lasceranno l’incarico.
E dopo la riunione della giunta capitolina faranno un passo indietro l’assessore ai Lavori pubblici e coordinatore per il Giubileo, Maurizio Pucci, l’assessore alla Cultura, Giovanna Marinelli e l’assessore al Turismo Luigina di Liegro. Dopo la giunta ufficializzerà le proprie dimissioni anche l’assessore Alfonso Sabella, che le aveva annunciate dopo quelle del vicesindaco Marco Causi e degli assessori Stefano Esposito e Marco Rossi Doria. Su dodici membri della giunta Marino, sette hanno già presentato o annunciato quindi le dimissioni.
L’idea di Renzi è chiara da giorni, Marino deve lasciare. Ma la mossa dei consiglieri del Pd potrebbe non bastare per far cadere Marino. Per staccare la spina al governo servono le dimissioni contestuali di 25 consiglieri comunali. Nelle fila del Pd ce ne sono 19. A loro potrebbero aggiungersi l’esponente di Centro Democratico e qualcuno della Lista civica Marino. Ma per raggiungere quota 25 servirà l’apporto dell’opposizione. L’altra opzione è il ricorso alla sfiducia, ma anche qui i numeri non bastano e il Pd dovrebbe trovare un’alleanza tra i banchi dell’opposizione con M5S (4 consiglieri), Centro democratico (1) e altri. Un’ipotesi mal digerita in casa Pd.
Arrivando in Campidoglio Marino aveva replicato alle parole del responsabile dell’Anac Raffaele Cantone: «A Roma gli anticorpi ci sono e funzionano. Domenica questa piazza ne ha visti migliaia presenti. Nella città ce ne sono milioni ma vanno valorizzati da noi delle istituzioni perché, anche all’interno di un organismo vivente, se gli anticorpi vengono annichiliti non potranno svolgere bene la propria funzione», ha spiegato.
Ieri, da Cuba, Renzi, ha risposto sorridendo a chi gli chiedeva se avrebbe incontrato il sindaco della capitale: «Incontrare chi? Orfini?». E poi: «Della questione si occupa Orfini, che ha il mio totale sostegno». Sulle voci di un possibile, nuovo accordo per confermare Marino fino alla fine del Giubileo, il premier non ha detto nulla. Ma il senso della sue parole pubbliche era inequivocabile: il caso è definitivamente chiuso, Marino deve lasciare, non ho alcuna intenzione di incontrarlo.