ROMA – Niente stato d’accusa per Giorgio Napolitano. Il Comitato parlamentare ha votato per l’archiviazione della richiesta di impeachment di Giorgio Napolitano presentata dal Movimento 5 Stelle. L’istanza e’ stata ritenuta “manifestamente infondata” con 28 si’. Per l’archiviazione hanno votato Pd, Ncd, Sel, Scelta Civica, Popolari per l’Italia e Socialisti. Contro i 5 stelle. Forza Italia non ha partecipato al voto. Il Pd questa mattina ha presentato la mozione per chiudere la vicenda che il presidente del comitato, Ignazio La Russa (FdI), ha posto in votazione. I no all’archiviazione sono stati 8 (M5s), contro 28 si’. A favore dell’archiviazione anche la Lega. I parlamentari di Forza Italia non hanno partecipato al voto, poiche’ secondo Regolamento non ci si poteva astenere.
Grillo e Forza Italia attaccano il Capo dello Stato. Il primo ne chiede le dimissioni, mentre gli azzurri non escludono la possibilita’ di impugnare l’archiviazione della messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica, archiviata questa mattina dal Comitato parlamentare. “Non finisce qui”, avevano detto i parlamentari M5S dopo l’archiviazione della richiesta di impeachment. E infatti prima arriva l’annuncio della raccolta delle firme per portare il dossier, bocciato dal Comitato parlamentare, al vaglio dell’Aula, poi tocca alla bordata via blog di Beppe Grillo.
“Come puo’ rimanere ancora al Quirinale? Napolitano deve avere la dignita’ di dimettersi”, dice il guru del Movimento. “Bisogna capire quando si e’ a fine corsa e fuori ruolo. Lui lo e’. Napolitano sta per compiere novant’anni, e’ in politica dal 1945, in Parlamento dal 1953, e’ peggio di una condanna all’ergastolo”, incalza Grillo. “L’Italia non puo’ essere condannata a Napolitano a vita e alle sue originali interpretazioni monarchiche del ruolo di presidente della Repubblica. L’Italia ha scelto la Repubblica il 2 giugno del 1946”, dice ancora. E allora, dice Grillo, “qualcuno lo avverta. Napolitano e’ oggi il problema principale di questo Paese, prima viene rimosso, prima l’Italia potra’ ripartire”. Secondo Grillo “non c’e’ bisogno dell’impeachment perche’ tolga il disturbo. Non rappresenta piu’ la maggioranza del Parlamento, non e’ considerato super partes, e’ in sostanza il Presidente del pdexmenoelle, da cui proviene, che ha la maggioranza alla Camera solo grazie al vergognoso premio ottenuto grazie al Porcellum”.
“La posizione di Forza Italia e’ chiara. Noi vogliamo la verita’ su quello che e’ acceduto tra l’estate e l’autunno del 2011. Su quello strano avvicendamento tra Berlusconi e Monti, guidato a Palazzo Chigi dalle Cancellerie europee e, come sembra dalle ultime rivelazioni, dal volere quirinalizio”, dice Renato Brunetta. E allora, chiede anche il capogruppo FI, “il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nelle forme che riterra’ piu’ opportune, deve raccontare al Paese e all’opinione pubblica la storia di quei mesi”. “Lo deve – riprende – per salvaguardare l’onore dell’Italia, lo deve al presidente del Consiglio di allora, Silvio Berlusconi, ingiustamente bersagliato da avversari politici irresponsabili che sfruttarono una speculazione finanziaria internazionale per far fuori un governo legittimamente eletto”. “L’atteggiamento di Forza Italia, che ha deciso di non partecipare al voto del Comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa, e’ – rivendica – un atto di chiarezza.
Esprime un’esplicita distanza dalle motivazioni che ha presentato il Movimento 5 Stelle per chiedere l’impeachment di Napolitano, ed esprime allo stesso tempo disappunto per l’accelerazione che il Partito democratico ha voluto imporre a questo procedimento. Procedimento che e’ stato discusso in fretta e furia in pochi giorni e che magari avrebbe richiesto un piu’ cauto approfondimento”.
Forza Italia, invece, valutera’ la possibilita’ di impugnare l’archiviazione della messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica. L’impugnazione e’ stata gia’ messa in cantiere dal M5s, che ha annunciato l’avvio della raccolta firme necessaria. Lo ha detto Lucio Malan, interpellato sui passi che il partito si accinge a compiere. “Dobbiamo valutare, conosciamo bene la procedura”, si e’ limitato a dire il senatore di Forza Italia, componente del Comitato parlamentare per la messa in stato d’accusa.
Il provvedimento puo’ essere impugnato dal 25% dei parlamentari, entro dieci giorni dalla trasmissione dei documenti ai presidenti di Camera e Senato.