L’AQUILA – Stefania Pezzopane non è indagata. La senatrice aquilana del Pd non risulterebbe essere iscritta nel registro degli indagati della Procura della Repubblica dell’Aquila. Lo dichiara la stessa parlamentare. Pezzopane, stamani, accompagnata dal proprio avvocato di fiducia Piermichele De Matteis, ha fatto richiesta, come prevede il codice di procedura penale, dell’atto di accesso del Registro delle notizie di reato. Al termine, la senatrice ha appreso che al momento non risulterebbero indagini a suo carico.
La vicenda giudiziaria che da giorni sta tenendo banco non solo in citta’ l’avrebbe vista indagata per un presunto caso di finanziamento illecito dei partiti. A tirarla in ballo la Procura della Repubblica di Avezzano nell’ambito di una inchiesta molto piu’ ampia su appalti e favori in sette comuni della Marsica in cui sono coinvolti a vario titolo una quarantina tra imprenditori, amministratori, professionisti.
Le dichiarazioni di un imprenditore, Angelo Capogna, rese dinanzi gli agenti della Squadra mobile della Questura dell’Aquila, il quale avrebbe racontato che in due circostanze la Pezzopane nel 2010, quando era presidente della Provincia dell’Aquila, avrebbe intascato la somma complessiva di 10 mila euro, avrebbero prodotto il fascicolo a carico della senatrice, che sarebbe stato inviato alla Procura della Repubblica dell’Aquila, competente per territorio. Il periodo era quello elettorale alla Provincia dell’Aquila.
Il denaro versato da Capogna sarebbe servito per agevolarlo per ottenere appalti relativi all’illuminazione pubblica del capoluogo. Fin dai primi momenti della pubblicazione della sussistenza di una inchiesta a proprio carico, la Pezzopane ha dichiarato di “essere totalmente estranea ai contenuti delle dichiarazioni di Capogna”.
“Questa mattina ho avanzato ufficiale richiesta alla Procura dell’Aquila – scrive su Facebook la senatrice Pezzopane – di conoscere la mia posizione ai sensi dell’articolo 335 del Codice di Procedura Penale. La stessa Procura dell’Aquila ha rilasciato un certificato a mio nome dal quale risulta, con chiarezza, che non sono iscritta nel registro degli indagati della Procura Dell’Aquila. Essere indagati peraltro non significa nulla ed è una tutela per tutti i cittadini. Ma non è valso per me, nemmeno indagata, ma immediatamente perseguitata. Questo significa che da due giorni circolano notizie false su di me, senza che si sia fatta una verifica. Succede troppo spesso, questo è profondamente sbagliato. Ed ha a che vedere con la forza di una democrazia. Per questo ripeto: basta falsità.”