PESCARA – Secondo alcune testimonianze Marco Cervoni, 35enne tossicodipendente originario di Penne, sarebbe stato ucciso di botte, con calci e pugni, dal ventinovenne di etnia rom Guerino Spinelli già noto alle Forze dell’Ordine. In ogni caso oggi sarà una giornata importante per le indagini sull’omicidio avvenuto a capodanno nel complesso residenziale “Ferro di Cavallo” di via Tavo a Pescara: interrogatorio del presunto assassino ed autospia sul corpo di Cervoni.
Le indagini sono condotte dagli agenti della squadra mobile della questura di Pescara, guidati dal dirigente Dante Cosentino il quale ieri, insieme al questore Francesco Misiti, al dirigente della polizia scientifica interregionale di Ancona Massimiliano Olivieri, al vice questore vicario Alessandra Bucci, e al capo gabinetto della questura Patrizia Traversa, ha incontrato la stampa ed ha fornito alcuni dettagli dell’arresto del presunto omicida.
Intanto il quartiere Rancitelli, come hanno annunciato ieri sia il sindaco Carlo Masci che il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, al massimo entro 2 anni sarà abbattuto.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti alla base del pestaggio, sfociato in tragedia, ci sarebbe una spedizione punitiva per motivi legati alla droga. Spinelli avrebbe raggiunto Cervoni mentre era ancora a letto e quest’ultimo si sarebbe alzato e spostato in bagno dove sarebbe stato colpito con una vecchia stampella e una mazza di legno che sono stati trovati sporchi di sangue dalla polizia. Cervoni ha tentato di fuggire ma è stato strattonato sul pianerottolo dove è caduto ed è rimasto privo di sensi.
Quando il personale del 118 è arrivato sul posto ha trovato il 35enne di Penne agonizzante e lo ha portano in pronto soccorso all’ospedale “Santo Spirito”, dove, circa un’ora dopo, Cervoni è morto.
Intanto la Polizia aveva già avviato le indagini ed è riuscita ad individuare Spinelli in un alloggio che si trova nelle vicinanze. Il giovane aveva addosso ancora i vestiti con i quali i testimoni lo avevano visto in mattinata e che avevano macchie di sangue. L’analisi del dna chiarirà definitivamente se è quello della vittima. Sono in corso indagini per chiarire anche se Spinelli ha avuto complici che lo hanno aiutato a nascondersi per non farsi trovare dalla Polizia.