PESCARA – Diciamo la verità: il Pescara non meritava la sconfitta, ma il risultato, come ammesso anche da Zeman, dà ragione alla Torres. Nel complesso non una serata fortunata (due traverse). Il pareggio sarebbe stato più giusto. Pur tuttavia i sardi non hanno rubato nulla. I biancazzurri hanno concesso troppo.
Plizzari i conferma una sicurezza: senza i suoi interventi la porta sarebbe stata violata sicuramente più volte. Nel secondo tempo il Pescara riparte male incassando due gol nel breve volgere di 4′. Il primo di Masala subentrato, dopo 16′, all’infortunato Zecca. Il secondo del talentuoso Francesco Ruocco sugli sviluppi di una punizione a favore del Pescara nella trequarti avversaria. Squadra sbilanciata, senza coperture preventive. Addirittura Merola ultimo uomo. Una rete letteralmente regalata.
Poi la grande reazione. L’1-2 di Merola, i clamorosi legni colpiti da Moruzzi e Cangiano. Insomma, il pari sarebbe stato più giusto ma la Torres ha dimostrato di essere più squadra e che, non per caso, si trova al comando della classifica.
Poi c’è un tema ineludibile, la mancanza di un centravanti di ruolo in grado di fare gol e di offrire più soluzioni. Cuppone è generoso, gioca d’istinto ma ha bisogno di attaccare spazio e profondità che spesso gli avversari non gli concedono. In campionato Vergani ha collezionato soltanto 28′. Tommasini, utilizzato ieri per l’intera ripresa, 118′.
Questo Pescara è oggettivamente meno competitivo dello scorso anno. Manca un vero e proprio attaccante. Un’assenza pesante considerato il gioco di Zeman. Ricordiamo che chiunque ha giocato da punta centrale col boemo non ha mai avuto difficoltà ad arrivare in doppia cifra. Quest’anno è diverso. Almeno fino ad oggi.