PESCARA – Il campionato del Pescara finisce ai calci di rigore. I biancazzurri però si suicidano prima dei tiri dal dischetto. Per ben due volte in vantaggio, Brosco e compagni si fanno rimontare. Sull’uno a zero, all’ultimo respiro dei tempi regolamentari, dopo aver regalato la rimessa dal fondo con un fallo laterale di Mora buttato fuori.
Il tempo di rimettere il pallone in gioco. Cross da destra, sponda di Ogunseye e tocco risolutore di Rizzo (tra i migliori del Foggia) in anticipo su Brosco. Sul 2-1, a 6′ dal termine dei supplementari, con l’ennesima amnesia su palla inattiva. Gol del bosniaco Markic che Rossi aveva inserito al 96′.
Dal canto suo, il Pescara comincia sì in modo promettente, sblocca il punteggio ma pian pianino si allunga e perde compattezza. Soprattutto nella ripresa fa fatica, rischia e concede troppo. I pugliesi creano, infatti, tante occasioni dalle parti del 20enne Andrea D’Aniello, sorprendentemente preferito a Plizzari. In sintesi, i biancazzurri non hanno inciso a livello offensivo e non sono stati capaci di difendere.
E comunque al Pescara solo applausi. A 9 giornate dalla fine della stagione regolare la squadra era allo sbando. Zeman è stato capace di rigenerarla. Un effetto dirompente. La piazza si è risvegliata. I 20 mila spettatori presenti all’Adriatico lo testimoniano. È il patrimonio da non disperdere per ripartire con nuovi stimoli per la prossima stagione.