PESCARA – Era partito a bomba il Delfino per poi spegnersi pian piano. Al contrario la Spal capitalizza e il Pescara deve recitare il mea culpa. Un ko non paragonabile a quello di Gubbio dove i biancazzurri hanno completamente steccato consegnandosi all’avversario. Certo, la sostanza non cambia perché si tratta pur sempre di una sconfitta ma le modalità sono state senza dubbio diverse.
Pescara recidivo malgrado la gara si fosse messa nel migliore dei modi con la rete di Merola servito da un ottimo assist di Aloi. Solito gol, quello del pareggio estense. Una ripartenza tra l’altro lenta, squadra lunga e larga. Tutto troppo semplice per Antenucci innescato dal croato Petrovic.
Nella ripresa chance sprecata da Meazzi che non chiude la combinazione con Cangiano e raddoppio dell’ex Maistro, appena entrato, con l’evidente complicità di Plizzari. La fortuna non aiuta con la traversa di Cuppone ma, a 10′ dal termine, lo stesso attaccante calcia malissimo il rigore di quello che sarebbe stato un meritato pareggio.
Alla fine una sconfitta sicuramente evitabile ma i biancazzurri continuano a fare incetta di errori. Agli avversari non resta che aspettare l’attimo propizio per colpire in contropiede. Duole dirlo ma di zemaniano questo Pescara non ha nulla. Non ha ritmo, non ha intensità, non ha le giocate tipiche, se non a tratti, del repertorio del boemo.Non c’è un play puro, soprattutto non ci sono due mezze ali di ruolo che sono determinanti nel 4-3-3 di Zeman. E poi, il terminale della manovra. In questo momento c’è davvero molto poco.
La crisi è ormai acclarata. L’unica cosa da fare è mettersi sotto e continuare a lavorare.