PESCARA – Bruno Nobili sarà il “tutore” di Christian Bucchi sulla panchina del Pescara. Il neo-tecnico è ancora sprovvisto del patentino di prima categoria e per allenare la squadra “l’affiancamento” era l’unica soluzione. Torna quindi all’Adriatico un’altra bandiera biancazzurra, dopo il team manager Vincenzo Zucchini. Nobili sarà quindi l’allenatore titolare, anche se di fatto sarà Bucchi a prendere le decisioni.
Nobili ha indossato la casacca biancazzurra per nove stagioni (dal 1974 al 1982), diventandone il capitano e firmando con la squadra due promozioni in serie A, di cui la prima nella stagione 1976/77. Da allenatore Nobili ha guidato, Avezzano, L’Aquila, Maceratese, Gualdo Tadino, Castel di Sangro, Francavilla, Renato Curi Angolana, Fiorenzuola. Il rapporto tra il neo-allenatore ed il Pescara dovrebbe proseguire anche nella prossima stagione.
Intanto Bergodi parla della sua ex squadra a pochi giorni dall’esonero, togliendosi anche qualche sassolino dalle scarpe. Dopo aver ringraziato ‘i tifosi e l’ambiente di Pescara, a cui si dice fortemente legato, il tecnico di Bracciano punta il dito contro la società, rea di non aver davvero rinforzato la squadra nel momento più delicato della stagione: “Ho dato tutto nelle prime sei partite, ho radicalmente cambiato la squadra con risultati superiori alle aspettative – sottolinea Bergodi – prima del mercato di gennaio la società mi aveva fatto un piano dei rinforzi, con acquisti mirati che poi non sono arrivati. La crisi successiva non è dipesa tanto dal valore dei giocatori arrivati, ma quanto dal fatto che sono arrivati degli stranieri che avevano bisogno di adattarsi e giocatori italiani fermi da tempo e quindi non pronti. Questi cosiddetti ‘rinforzì di gennaio sono arrivati proprio nel momento cruciale del campionato, con tre o quattro scontri diretti: i nostri avversari ci sono arrivati rinforzati sul serio, noi no. Ma comunque ringrazierò sempre i tifosi del Pescara per l’accoglienza che mi hanno riservato e quindi sono molto dispiaciuto per come sono andate le cose”.