PESCARA – Non si placa l’onda delle polemiche dopo la decisione di escludere l’Abruzzo dall’alta velocità. “Si continua a confondere il diritto degli abruzzesi a collegamenti ferroviari veloci con ragioni di mercato che nulla hanno a che vedere con il tema”. E’ questo il commento di Filt Cgil e Fit Cisl Abruzzo alle recenti parole dell’A.D. del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Mauro Moretti, che ha escluso per la Regione Abruzzo questa possibilità.
“Per quanto ci riguarda – affermano i sindacati -riteniamo ineludibile un Accordo di Programma tra Regioni del basso adriatico e Ferrovie dello Stato Italiane con il quale blindare l’utilizzo di materiale ETR 500 sulla linea Adriatica fino a Bari una volta che saranno entrati in servizio sulle tratte commerciali i nuovi ETR 1000. E’ assurdo che in un Paese come il nostro non si tenga conto della necessita’ di una politica dei trasporti, e di relativi investimenti, che dia possibilita’ di sviluppo a tutti i territori ed e’ ancora piu’ assurdo che questa politica ad oggi sia nelle mani di una Impresa Ferroviaria e non del Ministero”.
Per Filt Cgil e Fit Cisl “il tema della presenza ferroviaria in Abruzzo assume contorni ancora piu’ foschi se si analizza il recente Contratto di Programma 2012 – 2014 stipulato tra il Ministero dei Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana: alle problematiche relative a Trenitalia, per le quali si sciopera a livello nazionale, si aggiunge la questione aperta dal Contratto di Programma che, cosi’ com’e’, sancisce l’arretramento definitivo a livello di infrastruttura ferroviaria della nostra Regione che tra l’altro, e’ bene ricordarlo, e’ la Regione Verde d’Europa. Il disimpegno in termini di investimenti e di miglioramento delle linee e’ stato certificato e questo non fa altro che acuire gli effetti negativi di un Piano Trasporti nazionale lasciato all’improvvisazione o di pseudo tecnici o di pseudo imprenditori del settore: questo – osservano le organizzazioni sindacali – l’Abruzzo non lo merita ed ha tutti i diritti, oltre che i numeri, per chiedere una drastica inversione di tendenza”.