Si parlò, qualche tempo fa di un’iniziativa culturale, che interessò Pescara. Un gemellaggio, nato da un’idea innovativa di Viviana Bazzani (non nuova a queste idee) , attrice, scrittrice, che donò gli migliori anni migliori alla città nelle vesti di agente di P.S, per poi dedicarsi al mondo dello spettacolo. Un gemellaggio edificato sulle tavole del palcoscenico. Tutto questo mi tornò in mente, l’altro giorno, mentre ascoltavo un notiziario da una radio libera, in quel di Alessandria.
Una Compagnia locale –Atto Unico- metteva in scena una commedia brillante “Il sogno di Mafalda”. Il titolo non mi giunse nuovo. Questo spettacolo stuzzicò la memoria e riportò ad un settembre di qualche anno fa, Aurum, Pescara, stessa commedia. Decisi di andare ad Alessandria incuriosito, con aria da critico, pensai “ voglio vedere come si fa a rovinare un’opera…sicuramente si tratterà di uno scimmiottamento” ovviamente prevenuto. Mi trovo proprio al centro di Alessandria, una città, che forse appena più piccola, ma forse no di Pescara: il Teatro Comunale è elegante, accogliente, non grande, non piccolo, ma bello da vedere.
Sono un po’ in anticipo, e timidamente cerco informazioni sulla serata, per confermare la mia ipotesi; mi si dice che è una commedia scritta da Viviana Bazzani (ah, ecco, volevo dire, nome ben conosciuto a Pescara, di colpo ho tutto chiaro!) e tra una info e l’altra, vengo a sapere che sotto lo stesso teatro c’è una sala più piccola(Sala Ferrero), ma non per questo secondaria. Mi rendo conto della dimensione culturale di questa città, che sta scrollandosi di dosso quella patina di provincialismo, che giù, a Pescara è dura a morire.
Sono in sala, inizia lo spettacolo, teatro pienissimo e spettatori debordanti in piedi, (grr, invidia nera!!!) leggo i nomi degli attori, uno lo riconosco subito, lo stesso dell’Aurum, Mariano Della Pelle, (romano, ma abruzzese per scelta) ecco, secondo gemellaggio (ma allora si fa sul serio!). Do uno sguardo veloce al pieghevole, e leggo che gli attori sono allievi del primo anno, con aggiunti di attori professionisti, la scuola di recitazione è un’idea di Viviana, appunto in gemellaggio culturale con la medesima tenutasi all’Aurum, fino a pochi giorni fa, in collaborazione con la Compagnia “I perplessi” e RSS di Salvatore Severo.
Mi godo lo spettacolo, piacevole, mi ricordo perfettamente la trama: quel locale un po’ dismesso, che disorienta … In scena appaiono i primi allievi attori, al battesimo della scena, molti di loro non sapevano neanche com’era fatto un teatro! Ma chi li ha formati, sapientemente portati ad un livello già superiore di cultura scenica, hanno dato il massimo se non di più, giocando, con la limpidezza della loro “incoscienza” a divertirsi, con spirito, amatoriale si, ma certamente già con consapevolezza professionale (che è cosa diversa dal professionismo). Bravi nelle loro particolarità gli attori, sublime la ragazza (Mafalda, Francesca Ghione) che ha reso , con quella sua particolare “R” tutta l’eleganza onirica del personaggio, che più volte è apparsa persona vera, donando allo spettatore la piacevolezza della visione. Convincente Esposito (Maurizio Sorze) il proprietario del Pub . Ogni personaggio, o meglio, e questo è capolavoro di Viviana, così come fece a Pescara(con la stessa professionalità, con lo stesso amore) è stato scritto su misura, come fossero abiti da cerimonia, che hanno dato lustro a tutto lo spettacolo, seppur con qualche comprensibile sbavatura, tipo la staticità di Madame Pon-Pon (che a Pescara era impersonata dalla verve dall’attrice A.G. Pescarese da sempre-altro tassello del gemellaggio).
E ancora la carezzevole dolcezza di Mary Poppins, la strabordante Signora Silvana, e la comicità surreale dello stralunato Cameriere, la delicata musicalità della Fatina , e la stilista torinese un po’ bizzarra, esattamente in fotocopia come gli stessi di Pescara. E poi ancora l’esilarante Nerone, impersonato dal già citato romano-abruzzese Mariano Della Pelle. E per ultimi, ma non meno importanti un notevole Leopardi in chiave brillante, la simpatia accattivante della strega, e il televenditore!
In questo maniero ben edificato dalla Bazzani, in questa cornice di raffinata modernità, c’era forse, uno stridio evidente, un attore professionista, troppo adagiato ai canoni delle classicità, che seppur bravo era un pianeta a sé stante, non possedendo le colorazioni delle commedie moderne. Esco dal teatro, soddisfatto, e mi rendo conto del lavoro titanico portato in essere da Viviana; certo un gemellaggio scenico è una novità, e presto si vedrà anche a Pescara una iniziativa similare. Un fatto è certo, però, in questa Italia in declino culturale, e soprattutto a Pescara, città storicamernte “Ignava” ai movimenti culturali, dormiente e molto spesso scostante verso i suoi figli migliori, un tocco di genialità “gemellata” con la creatività, non può che portare prossimi benefici come tutti gli autentici scambi culturali.
EFFEDIERRE