VENTIMIGLIA -L’operazione c’è stata alle prime luci dell’alba. Le forze dell’ordine hanno sgomberato l’accampamento al confine tra l’Italia e la Francia, a Ventimiglia, dove ancora un centinaio di stranieri era accampato, insieme ai giovani dei centri sociali, da più di cento giorni.
Polizia e carabinieri sono intervenuti con circa 200 uomini e decine di blindati, circondando la tendopoli organizzata dagli attivisti italiani e francesi “No Borders” che ospitava gli immigrati. Non ci sono stati episodi di resistenza o violenza. Una cinquantina tra migranti e attivisti, soprattutto francesi, si sono nuovamente rifugiati sugli scogli, guardati dagli agenti, continuando a scadere slogan.
La rabbia era esplosa il 13 giugno, dopo giorni di tensione al confine quando la Francia aveva bloccato la frontiera, impedendo ai migranti di attraversare il confine. Di fronte al tentativo della polizia di sgomberare l’improvvisato bivacco che si era formato sulla aiuole del varco di San Ludovico, ottanta immigrati erano scappati sulla scogliera, pronti a tuffarsi in mare. Lo slogan: «Non possiamo tornare indietro, di qui non ce ne andiamo».
È stato questo il prologo della rivolta degli scogli, che per molti giorni ha catalizzato l’attenzione dei media nazionali. Dopo più di cento giorni, la protesta ha però cambiato volto. A dar man forte agli immigrati sono arrivati i No Borders, giovani d ei gruppi sociali che hanno installato un accampamento sotto la scogliera e tra le arcate ferroviarie dei Balzi Rossi.
Una tendopoli organizzata con cucine e punti si assistenza intorno alla quale hanno continuato a gravitare circa 150 persone tra italiani e stranieri. Ma l’iniziale spinta di solidarietà per i migranti si è trasformata in un’onda di disagio e protesta. I continui cortei, blocchi stradali e manifestazioni non autorizzate hanno colpito soprattutto i frontalieri e i commercianti che fanno affari con i clienti di oltreconfine.
A sollecitare in ogni modo lo sgombero è stato Enrico Ioculano, il giovane sindaco Pd che ha abbattuto una delle ultime roccaforti del centrodestra nel Ponente ligure. Parole di fuoco: «Questa occupazione deve finire. Queste persone hanno offeso la città, che ha vissuto tutto quel che è accaduto negli ultimi mesi con spirito di solidarietà, tolleranza, accoglienza. La risposta è stata quella di creare continui disagi».
Ioculano ha anche risposto picche all’invito del vescovo Antonio Suetta a riaprire il dialogo con i No Borders in occasione di un incontro organizzato dalla Caritas per questa sera. Vescovo a sua volte investito dalle polemiche per per aver donato duemila euro ai No Borders nel corso di un incontro chiesto dai giovani: «L’ho fatto per garantire ai migranti di mangiare», ha reagito il sacerdote. A far deflagrare una situazione già elettrica è poi arrivato un episodio inquietante.