ROMA – Le agenzie di rating promuovono l’Italia: per Moody’s il nostro Paese potrebbe uscire dalla crisi entro il 2013, mentre Fitch elogia il governo Monti (è molto credibile) ma spinge verso l’attuazione delle riforme, basta con l’austerità. Buone notizie anche sul fronte dei mercati: le borse europee rimbalzano, dopo le incertezze di ieri, sulla scia delle voci che la Bce si appresta a varare uno scudo anti-spread, nonostante l’opposizione di Berlino e della Bundesbank e in attesa dei vertici in cui si decideranno le sorti della Grecia.
Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti si attesta a quota 414, dopo aver toccato un minimo di 410 punti, con un tasso al 5,68%. La crisi del debito europeo nei Paesi periferici ha migliorato ma non risolto gli squilibri esterni e la correzione è stata completata solo a metà, rivela Moody’s in un rapporto sugli squilibri esterni dell’Eurozona.
Nel rapporto si sostiene che Italia, Spagna e Portogallo potrebbero uscire dall’attuale stato di crisi entro il 2013, se applicheranno compiutamente le riforme fin qui adottate, mentre Grecia e Irlanda potrebbero richiedere fino al 2016 per completare il loro programma di riforme. «Gli aggiustamenti – si legge nel rapporto – sia nei paesi periferici che in quelli core sono già stati avviati, in alcuni casi a un grado significativo». «La correzione, nella migliore delle ipotesi, è a metà strada, dipende dai paesi in questione e potrebbe richiedere diversi anni».
Secondo Fitch invece «il governo Monti in questo momento ha moltissima credibilta’ politica», ma «deve fare progressi il più velocemente possibile». Il direttore operativo di Fitch, David Riley, intervistato alla Bloomberg tv, aggiunge che l’Italia correrà dei rischi alla fine del governo Monti. «I rischi politici – dice – sono maggiori di quelli economici». «La sfida adesso – dice ancora – è quella di approfittare delle opportunità che vengono dall’allentamento delle tensioni di mercato. Il governo Monti deve fare progressi il più velocemente possibile e spingere non tanto sull’austerità, sulla quale è stato fatto abbastanza, ma sulle riforme, sulle quali si deciderà chi sarà il futuro leader del paese, probabilmente ad aprile dell’anno prossimo».